Continua il periodo no per la vendita del risone in borsa merci. Nella seduta di ieri mattina a Mortara si manifestano nuovi cali, attesi alla luce di quanto accaduto in precedenza (leggi).
VOCI DI CALO UFFICIALIZZATE IN PARTE
A mostrare variazioni negative sono le voci Centauro, Selenio ed i lunghi A da parboiled. Il passo indietro per tutte queste varietà era già stato annunciato dai mediatori nei giorni scorsi, viste le offerte pervenute dall’industria. Secondo le loro dichiarazioni pubbliche in tutti casi queste erano di 5 €/q inferiori rispetto al prezzo a listino. I cali registrati nell’ultima seduta, tuttavia, sono stati di 2,50 €/q. I due risi tondi, dunque, si attestano a 67 €/q lordi, considerando sempre il prezzo massimo riferito a partite dalla qualità merceologica ottimale. I lunghi A da parboiled ottengono una quotazione massima di 72 €/q lordi. Tutte le altre voci a listino continuano a proporsi come nominali, sottolineando il persistere della carenza di scambi in borsa merci.
La domanda si mostra praticamente assente, acquistando pochissimo risone. Per i risicoltori interessati a cedere merce risulta davvero complesso, secondo quanto riferito dagli operatori di mercato, trovare compratori. In special modo se l’obbiettivo è ottenere le valutazioni a listino. Le proposte economiche dell’industria, infatti, sono quasi sempre in difetto rispetto al prezzo ufficiale. Questo pare avvenire per quasi tutti i gruppi varietali, compresi quelli per cui si è registrato un calo proprio in questa seduta. L’unica eccezione, come avvenuto nelle precedenti sedute, sono i lunghi A da interno. Per questi risi i prezzi di riferimento paiono ancora essere quelli ufficiali, anche se risulta difficile confermarlo in quanto il loro mercato si dimostra particolarmente fermo. La varietà Cammeo, appartenete al gruppo Baldo, ci riferiscono essere l’unica concretamente richiesta dalle riserie, a 90 €/q lordi come da quotazione.
MOLTE OFFERTE AL RIBASSO
Per quanto riguarda i lunghi B, a chi decida di vendere risone vengono proposti 48 €/q lordi dai pochi acquirenti interessati. I tondi generici (Sole, Omega e Terra), non vengono più richiesti come ad inizio settimana e voci affermano che i 60 €/q lordi appena raggiunti, dopo il recente calo, potrebbero già essere troppi. Non si fermano le voci al ribasso anche per i lunghi A da parboiled, nonostante il deprezzamento a listino di “soli” 2,50 €/q. Come detto, già nelle precedenti sedute si parlava di un offerta economica massima attorno ai 70 €/q lordi. Tale cifra è parsa ancora fattibile ieri ma si è iniziato a parlare anche di 65 €/q lordi.
Meglio il mercato delle varietà pregiate di questo gruppo, non quotate a Mortara ed un tempo individuate alla voce Loto, ancora valutata solo a Milano, 75 €/q lordi. A Novare e Vercelli il nuovo prezzo di riferimento per questi risi è quello della dicitura Leonardo, ferma a 80 €/q lordi da diverse sedute. All’atto pratico, nei pochi scambi relativi a questo comparto, risulta possibile ottenere i 75 €/q lordi. La distanza attuale tra lunghi A da parboiled e questi risi, spesso quotati allo stesso modo avendo simili destinazioni di mercato, risiede probabilmente nella possibilità di utilizzare tali varietà dal chicco più pregiato anche nel mercato interno, dove la disponibilità trasferibile attuale di merce risulta deficitaria rispetto al solito.
NUMERI NEGATIVI PER L’EXPORT
Tale deficit si sta però riducendo, con trasferimenti settimanali minimi, pari a 18.997 tonnellate all’ultima rilevazione fornita da Ente Risi. Per tondi e lunghi B questo trend porta ad avere giacenze presso i risicoltori maggiori in tutti i confronti con i 3 anni precedenti. Risultato ottenuto, nonostante la carenza produttiva nella scorsa campagna, grazie ad un calo nel risone totale ritirato del 29% rispetto ad un anno fa, come riportato da RiceNews di Ente Risi. Non sorprendono dunque i cali a listino, che, sempre analizzando i numeri forniti dall’Ente, non sembrano legati ad un aumento nelle importazioni verso il nostro Paese, calate del 3%. Il problema potrebbe essere la vendita, forse diminuita nel mercato interno e sicuramente in quello estero. Le esportazioni si attestano a 94.298 tonnellate, -24% rispetto alla precedente campagna di commercializzazione. La Giordania è la nazione che ha maggiormente ridotto gli acquisti dall’Italia (-83%) ma la tendenza negativa si registra verso tutte le destinazioni. Autore: Ezio Bosso.
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