L’Assemblea dell’Associazione Industrie Risiere Italiane (AIRI) ha confermato Presidente il dr. Mario Francese per il biennio 2019-20. Confermato anche alla Vice Presidenza il signor Giovanni Vignola, titolaredell’omonima riseria di Balzola (AL).
Il Dr. Francese, dal 1994 Amministratore Delegato di Euricom e dal 1998 di Curti, membro del consiglio direttivo di FERM, la Federazione che a Bruxelles rappresenta tutti gli industriali risieri europei, ha svolto la propria relazione passando in rassegna molte delle problematiche affrontate da AITI nell’ultimo biennio, non mancando di proiettarle sui possibili sviluppi futuri del settore.
AIRI associa 31 industrie italiane che rappresentano oltre l’80% del riso prodotto in Italia.
Negli ultimi due anni – evidenzia un comunicato stampa – il Consiglio di Presidenza ha lavorato fedele al mandato ricevuto dall’Assemblea che aveva individuato come interessi prioritari del settore la necessità di creare le condizioni affinché le industrie possano disporre di una offerta di risone adeguata, evitare o ridurre la competitività del prodotto importato particolarmente se lavorato ed aprire a nuove possibilità di collocamento.
Mario Francese ha innanzitutto evidenziato il successo raggiunto con l’applicazione da parte della Commissione UE dei dazi all’importazione da Cambogia e Myanmar, obiettivo che AIRI si era prefisso sin dal 2013 e che crea i presupposti per uno sviluppo della risicoltura comunitaria. L’obiettivo èstato raggiunto anche grazie ai soci Riso Scotti, Riso Viazzo e Curti che hanno aperto i propri libri contabili agli ispettori della Commissione europea e all’incarico che l’ENR ha affidato ad uno studio legale di Bruxelles.
Mario Francese ha tuttavia evidenziato che la misura è solo transitoria e occorre lavorare alla modifica del regolamento di base per consentire un’applicazione automatica della salvaguardia ricorrendo un aumento di importazioni. Attenzione è stata parallelamente mantenuta su tutti gli altri regimi preferenziali che agevolano le importazioni e sui negoziati in corso, in particolare Mercosur, dove si è convertita parte dell’offerta della Commissione in riso semigreggio e non lavorato, e su quelli in prospettiva, India, Australia, Thailandia. Conseguenze oggi non prevedibili al nostro settore dipenderanno anche dalle modalità di attuazione della Brexit.
Mario Francese ha continuato ricordando gli anni di lavoro svolto da AIRI per arrivare possibilmente entro il 2019 alla firma del protocollo per l’apertura alle esportazioni di riso da risotto in Cina, un mercato che ha già manifestato interesse per il nostro prodotto e che può rilevarsi un nuovo importante sbocco commerciale.
AIRI dovrà poi interrogarsi presto sulle eventuali modifiche dell’aiuto accoppiato per la prossima campagna e sulle ipotesi di riforma della PAC dal 2021.
Lo scorso dicembre il Consiglio AIRI ha dedicato molta attenzione alla individuazione delle aspettative dell’industria per le prossime semine e che secondo le prime stime ENR non sembra siano state sufficientemente recepite dai risicoltori. L’auspicio è che i risicoltori, nel periodo che li separa dalle semine, comprendano che l’aumento dei consumi nel nostro Paese e nella Unione Europea renderebbe necessario l’aumento della disponibilità di materia prima.
La seconda parte della relazione è stata dedicata agli aspetti relativi alla salubrità dell’alimento, con le crescenti attenzioni che dovranno essere riservate da tutta la filiera, a cominciare dagli agricoltori, per le contaminazioni da fitofarmaci, metalli pesanti, allergeni, ecc. Sul tavolo anche la tendenza della Commissione a non concedere periodi adeguati per lo smaltimento delle scorte quando i limiti massimi di residuo vengono rivisti al ribasso, problematica questa che rischia di dover distruggere il risone che, ottenuto lecitamente, non potesse essere commercializzato ad almeno tre anni dal raccolto.
L’Assemblea ha infine trattato i temi della promozione al consumo, auspicando che l’Ente Nazionale Risi possa attingere agli specifici fondi comunitari. Fonte: Airi