La siccità potrebbe dare il colpo di grazia all’industria risiera italiana che denuncia l’impossibilità di soddisfare la domanda in aumento (+25% Italia e +10% Europa negli ultimi dieci anni).
IL COMUNICATO DI AIRI
L’Airi ha diffuso nei giorni scorsi un comunicato in cui stigmatizza «il continuo aumento di prezzo della materia prima nazionale, che incide fortemente nella formazione del prezzo del prodotto lavorato, con aumenti rilevati dalla borsa merci di Vercelli da ottobre 2021 ad oggi sulle varietà più consumate tra il 50% e il 70% e con punte fino al 140% rispetto allo scorso anno».
SICCITA’ ED ENERGIA DISEGNANO INCERTEZZA
Inoltre, sottolinea «il rischio di siccità stigmatizzato dai Consorzi irrigui e il forte aumento dei costi di produzione che causano uno stato di incertezza nei produttori, limitando le vendite di risone e inducendo le borse merci risicole a rilevare prezzi nominali sui listini ufficiali».
Infine, sottolinea «i forti aumenti di tutti i costi produttivi: da ottobre 2020 a ottobre 2021 il costo dell’energia elettrica è aumentato del 400%. Poi ulteriormente raddoppiato da ottobre 2021 ad oggi a causa delle tensioni precedenti al conflitto. Stessa sorte per Il gas metano, che è aumentato del 500% da ottobre 2020 a ottobre 2021 e di un ulteriore 150% negli ultimi mesi. Nel medesimo periodo di riferimento, il petrolio è aumentato del 124% e poi fino 54% negli ultimi mesi con effetti negativi per i costi del gasolio per autotrazione ai quali si sono uniti i costi quadruplicati nell’ultimo anno della logistica internazionale. Prezzi accentuati dalla carenza dei container; infine, i costi per il packaging in costante crescita (+40%) con serie incertezze sull’approvvigionamento futuro». Nella foto grande, Mario Francese, presidente Airi.