Quest’anni i risicoltori italiani hanno coltivato quasi 54mila ettari di tondo. Nel 2020 l’industria vorrebbe che ne coltivassero quasi diecimila in più. Ma serve anche più riso medio, più loto, più baldo e cammeo e soprattutto più varietà da risotto. Segno che gli ordinativi della Gdo ci sono, che c’è domanda di riso italiano, anche se le quotazioni non sembrano dimostrarlo e il rischio di scossoni di mercato dovuti ai prezzi internazionali e all’effetto Brexit è dietro l’angolo. Secondo l’Airi, che ha inviato queste proiezioni all’Ente Risi e ai sindacati agricoli, la maggiore domanda deriva da un incremento del consumo. Secondo le confederazioni, invece, deriva dal fatto che i prezzi sono scesi a livelli spesso insostenibili per le aziende risicole. Insomma, da un lato arriva una richiesta chiara: servono 22mila ettari di riso in più. Dall’altra, una richiesta altrettanto chiara: bisogna pagare di più il risone. Autore: Paolo Viana
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