C’è maretta sui mercati del riso. In vista del raccolto, gli industriali cercano di mantenere i livelli (bassi) di prezzo delle varietà da interno e si organizzano per una campagna commerciale delicatissima. Infatti, dopo un crollo verticale delle quotazioni ci sono i presupposti per un apprezzamento dei risi da mercato interno, quelli a maggior valore aggiunto per l’industria, che ovviamente difende i propri interessi. In questo clima, ogni mossa genera una polemica. Ad esempio, è stata accolta con sospetto dalla parte agricola l’ultima richiesta dello staff Sairisi di acquisire dalle aziende iscritte al programma di sostenibilità i dati sulle varietà che coltivano, dall’ettarato alla produzione stimata. Ufficialmente, questi dati servono per conferire dei punteggi, ma la coincidenza con la pubblicazione delle denunce raccolte dall’Ente Risi infiamma gli animi. Quest’ultimo comunica i dati in simultanea alle parti e ha affinato nel tempo una procedura per mettersi al riparo delle polemiche ma permane comunque una disparità tra i dati a disposizione dell’industria, la quale può contare anche su altre fonti, e quelli di cui dispongono i risicoltori, che conoscono solo i propri; inoltre, quello di Sairisi non è l’unico sondaggio che va a sovrapporsi a quello ufficiale dell’Ente Risi: mesi fa, un’analoga iniziativa dei mediatori di Rice Up fu accolta da analoghi mugugni. Oggi, e non solo oggi, del resto, chi possiede i dati di mercato più accurati parte con una marcia in più e mai come quest’anno è importante conquistare la pole position: le rimanenze e la flessione degli investimenti nel comparto dei risotti autorizzano gli agricoltori a ben sperare. Soprattutto dopo la diffusione della notizia dell’apertura di un nuovo immenso mercato, quello dei cinesi ricchi (leggi l’articolo), notizia che l’Airi ha immediatamente “corretto” con un comunicato stampa in cui sottolinea l’importanza che l’Italia soddisfi finalmente tutte le condizioni poste dal governo cinese ma ricorda anche che non si apre subito quel mercato bensì « possono finalmente riprendere i negoziati interrotti oltre un anno fa con l’auspicio di riuscire ad arrivare presto alla firma di un protocollo» (leggi il comunicato AIRI). La sensazione è che, a fronte delle voci di una penuria di varietà da interno nella seconda metà della campagna 2018/2019 (leggi l’analisi di Eugenio Gentinetta), l’industria si stia dando da fare per tenere il più possibile basse le quotazioni d’avvio. Di seguito, tabelle esplicative tratte da Ente Nazionale Risi.
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