Dopo un lungo iter, durato quasi cinque anni, il 9 gennaio 2020 sono entrate in vigore le modifiche al disciplinare di produzione dell’IGP “Riso del Delta del Po” richieste dal Consorzio di Tutela. La modifica più importante – informa l’Ente Risi – riguarda l’ampliamento della lista delle varietà consentite che passa da quattro a nove. A partire dalle semine del 2020 gli agri- coltori che aderiscono al sistema dei controlli potranno coltivare come IGP anche le varietà Cammeo, Karnak, Telemaco, Caravaggio e Keope che, essendo di recente costituzione, presentano una maggiore resistenza e/o tolleranza alle malattie fungine e all’allettamento rispetto alle altre varietà consentite, che sono Baldo, Carnaroli, Volano e Arborio. Si tratta di una decisione che si presta a essere dibattuta, in quanto l’inserimento di varietà moderne in un’Igp vocata alla commercializzazione dei risi da risotto si scontra con la parallela valorizzazione dei risi classici, anch’essa normata. Peraltro, le nuove varietà, anche se appartenenti allo stesso gruppo dei risi “tradizionali”, dovranno essere poste in commercio con il proprio nome, a differenza di quanto previsto dal Decreto legislativo 4 agosto 2017, n. 131, che disciplina il commercio interno del riso.
Anche Parboiled
Una modifica che, invece, potrà essere sfruttata già da subito – sottolinea l’Ente Risi – è quella relativa alla possibilità da parte degli operatori che chiedono la certificazione come IGP di poter commercializzare il prodotto anche come parboiled, così come l’eliminazione delle limitazioni relative al peso; entrambe le novità sono finalizzate a proporre un’offerta più ampia del prodotto IGP sul mercato. Altre modifiche approvate riguardano sia le caratteristiche del prodotto prima della trasformazione industriale, in particoare la sostituzione del parametro della collosità con quello della consistenza, sia i metodi di produzione che tengono conto delle nuove tecniche di lavorazione del terreno.
Altre novità
Quindi, la nuova versione del disciplinare di produzione prevede:
• l’aumento della quantità massima di seme utilizzabile per ettaro (da 240 a 300 kg);
• la possibilità di effettuare la semina interrata;
• l’abolizione dell’obbligatorietà della con- cia del seme e dell’asciutta.
Per quanto riguarda il logo ufficiale del prodotto “Riso del Delta del Po IGP” da apporre sulle confezioni, si è proceduto a precisare e correggere le dimensioni del logo e a specificare i dati tecnici necessari alla sua esatta riproduzione, precisa l’Ente Risi.