L’export risicolo del Vietnam non riesce a decollare: il decreto governativo entrato in vigore lo scorso ottobre, il cui scopo era quello di superare le difficoltà e gli ostacoli giuridici agli esportatori di riso del Vietnam, non ha avuto l’impatto previsto. Thanh Khiem, vice direttore della Tien Giang Food Company, ha spiegato che dall’entrata in vigore del decreto in questione le esportazioni di riso non sono cambiate poi di molto.
Mercato sfavorevole
A pesare sull’andamento dell’export non sono infatti solo le condizioni giuriudiche, ma anche la situazione del mercato, che attualmente non sembra essere molto favorevole. Gli esportatori affermano infatti di incontrare difficoltà perché la Cina, il più grande mercato del Vietnam, ha adottato misure per limitare le importazioni. Nguyen Ngoc Nam, direttore generale della Vietnam Southern Food Corporation e presidente della Vietnam Food Association (VFA), ha dichiarato che dalla metà dello scorso anno la Cina ha aumentato i dazi all’importazione di riso dei paesi membri dell’Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico (ASEAN) al 50% contro il 5% precedente. Di conseguenza, le esportazioni vietnamite sono diminuite significativamente.
Il nodo cinese
In precedenza, la Cina aveva chiesto al Vietnam l’elenco degli esportatori di riso per approvare la loro concessione, il che ha ulteriormente complicato le esportazioni e ridotto il numero di esportatori vietnamiti verso quel mercato. Di 152 aziende esportatrici di riso in Vietnam, solo 21 possono vendere in Cina, che ora rappresenta dunque solo il 22% delle esportazioni di riso in Vietnam, rispetto alla quota di oltre il 30% come avveniva in precedenza. L’associazione VFA ha inviato alle autorità cinesi nuovi profili commerciali per ottenere i permessi di esportazione, ma finora non è stata ricevuta alcuna risposta. Per questo le esportazioni in Cina continueranno restare difficili.
Ottimismo sul futuro
L’Autorità per lo sviluppo dell’industria e dei mercati, tuttavia, prevede che le spedizioni verso altri importatori tradizionali come le Filippine e l’Indonesia decollino nel primo trimestre del 2019, poiché entrambi i paesi sono stati recentemente colpiti da disastri naturali e dunque la produzione risicola interna è calata. Nelle Filippine, 166 aziende hanno pianificato di importare 1 milione di tonnellate di cereali, con molti ordini per il Vietnam. Il paese ha recentemente allentato le restrizioni all’importazione. Secondo le nuove regole, il riso importato dai paesi membri dell’ASEAN è tassato al 35% e il riso non-ASEAN al 50%. Ma gli esportatori vietnamiti devono affrontare una concorrenza accanita da parte dei loro rivali regionali, come Cambogia, Myanmar (Birmania) e Thailandia. Inoltre, la Cina dovrebbe continuare i propri controlli sulle importazioni di riso attraverso regolamenti sull’igiene, la sicurezza alimentare e la tracciabilità, combattendo il commercio di contrabbando alle frontiere e imponendo tasse elevate. Ciononostante, la Cina è un mercato significativo e gli esportatori vietnamiti devono quindi attenersi a queste regole se desiderano continuare a esportare. Inoltre, per aumentare le esportazioni verso mercati più esigenti, la qualità deve essere costantemente migliorata. Lo scorso anno, il Vietnam ha esportato 6,1 milioni di tonnellate di riso per un valore di oltre 3 miliardi di dollari, con un aumento del 5,1% in volume e del 16,3% in valore, riporta Viet Nam News. Autore: Manuela Indraccolo