Nuovo giro di vite per la difesa del riso contro patogeni come Helmintosporium sp., Septoria sp., Rhizoctonia sp. e marciumi causati dagli agenti fungini delle fusariosi. Questa volta sotto la lente di ingrandimento europea è finito l’iprodione, l’ultimo dei principi attivi ancora in uso tra i dicarbossimidi: l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) “ha comunicato alla Commissione le proprie conclusioni (6) sulla possibilità che l’iprodione soddisfi i criteri di approvazione di cui all’articolo 4 del regolamento (CE) n. 1107/2009. Essa ha concluso che è altamente probabile che, per gli impieghi rappresentativi esaminati, le acque sotterranee siano esposte ai pertinenti metaboliti dell’iprodione in misura superiore al limite parametrico delle acque potabili di 0,1 μg/l in situazioni rappresentate da tutti gli scenari pertinenti per le acque sotterranee; si prevede anche che un pertinente metabolita superi 0,75 μg/l in tutti gli scenari pertinenti per le acque sotterranee. L’Autorità ha inoltre concluso che vi è un rischio elevato a lungo termine per gli organismi acquatici.” (Regolamento di esecuzione (UE) 2017/2091 della commissione, scaricabile QUI).
Con questa decisione, le classi di principi attivi autorizzati (escluse le deroghe speciali, come per lo zolfo nella scorsa stagione) in Italia si riducono a due: strobilurine e triazoli, ampiamente diffusi nella protezione delle colture cerealicole e nelle conce delle sementi, aumenteranno i rischi di selezione di ceppi fungini resistenti (specialmente in aree particolarmente vocate alla risicoltura) in seguito alla maggior adattamento ai (sempre meno) prodotti disponibili. Gli Stati Membri revocheranno le autorizzazioni per i “prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva iprodione entro il 5 marzo 2018” (art. 3, Regolamento (UE) 2017/2091), mentre “l’eventuale periodo di tolleranza concesso […] è il più breve possibile e termina entro il 5 giugno 2018” (art.4, Regolamento (UE) 2017/2091). In questo articolo avevamo già parlato dell’iprodione e di come interferisca con l’istidina-chinasi (un regolatore della pressione cellulare) ledendo membrane e pareti a causa di un’eccessiva presenza di glicerolo nelle cellule fungine. Autore: Fabio Buccioli