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L’EUROPA SCOPRE CHE BISOGNA COLTIVARE LA TERRA

da | 18 Dic 2021 | Non solo riso

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L’Unione Europea vuole proteggere i suoi abitanti con una nuova strategia per garantire l’approvvigionamento e la sicurezza alimentare in tempi di crisi. Per questo il Consiglio europeo ha preparato un documento che mette in campo le indicazioni per perseguire questo obiettivo, con il Meccanismo europeo di preparazione e risposta alle crisi alimentari (Efscm). Dopo anni spesi a negare la realtà e culminati nella strategia green del Farm to Fork forse si apre uno spiraglio per chi coltiva la terra e deve essere remunerato: Bruxelles si rende conto che una cosa sono gli slogan e un’altra la fame. Non siamo ancora a un ripensamento – anzi, siamo di fronte a un progetto piuttosto fumoso –  ma almeno vi è una presa di coscienza della necessità di correttivi per le emergenze.

L’Ue, secondo il Consiglio d’Europa, beneficia di sistemi alimentari diversificati, un quadro politico di sostegno, un mercato unico che collega quasi 450 milioni di consumatori e un’economia aperta al resto del mondo. Quindi è prevista la creazione di un gruppo di esperti dedicato, composto da rappresentanti degli Stati membri e un regolamento interno che ne disciplini il funzionamento, con un’unica Autorità come punto di riferimento, condividendo informazioni e buone pratiche sulle iniziative nazionali ed europee attraverso piattaforme digitali. Un tema che tocca anche il settore risicolo, poiché prefigura una maggiore autonomia negli approvvigionamenti in caso di crisi. «In un panorama di rischio che cambia, dopo il campanello d’allarme della crisi Covid19, il livello di preparazione può e deve essere intensificato – si legge nel documento – Non esiste una soluzione preconfezionata per affrontare una futura, imprevedibile, crisi. La soluzione migliore è quella di migliorare la conoscenza e mitigare per quanto possibile le vulnerabilità e i rischi e di creare e mantenere la capacità procedurale per rispondere in modo rapido, coordinato e cooperativo basandosi su un mix di politiche dell’Ue che sostengono la resilienza del sistema e forniscono strumenti di gestione delle crisi. Questo è lo scopo della pianificazione di emergenza e del Mesf che riunirà la Commissione, gli Stati membri, i paesi terzi interessati e le organizzazioni delle parti interessate».

Obiettivo del Mesf

Il documento afferma che «la recente crisi ha dimostrato che c’è bisogno di intensificare il coordinamento e migliorare la pianificazione di emergenza in modo da essere preparati ad affrontare i rischi che possono minacciare l’approvvigionamento alimentare dell’UE e la sicurezza alimentare. L’obiettivo è quello di evitare di ripetere l’esperienza di Covid 19, dove le misure di coordinamento a livello UE hanno dovuto essere prese su una base ad hoc e sviluppate sul posto. Il ciclo del disastro utilizzato nella gestione delle crisi comprende quattro fasi principali: prevenzione, preparazione, risposta e recupero. La pianificazione di emergenza è una parte della preparazione che richiede l’identificazione dei pericoli a cui la comunità è vulnerabile e la natura dei potenziali impatti. Pertanto, l’attenzione si concentra sulla fase di preparazione e sul supporto agli attori incaricati di rispondere alla crisi. Il piano di emergenza coprirà l’intero sistema alimentare a partire dagli input fino alla consegna del cibo ai consumatori attraverso la vendita al dettaglio o i servizi alimentari.

La pianificazione di emergenza non intende duplicare o interferire con i processi decisionali pertinenti che si applicano alle decisioni di risposta alla crisi, come previsto dalle politiche esistenti, come la Pac, la Pcp e la legge generale sull’alimentazione. Dovrebbe tenerne conto e concentrarsi sui modi per sostenere il coordinamento degli attori pubblici e privati coinvolti nella risposta. Come annunciato nella strategia Farm to Fork, in caso di crisi transnazionale, un meccanismo dedicato che coinvolge gli Stati membri sarà coordinato dalla Commissione. Le azioni che potrebbero dover essere adottate a livello nazionale e comunitario possono e devono fornire un significativo valore aggiunto in termini di coordinamento. Gli insegnamenti tratti dalla pandemia forniscono la base per l’approccio da seguire per garantire l’approvvigionamento e la sicurezza alimentare in tempi di crisi. Questi principi faciliteranno un coordinamento strutturato tra gli Stati membri e la Commissione, tenendo conto che le crisi del futuro potrebbero non assomigliare a quelle del passato. Un approccio collaborativo tra tutte le parti pubbliche e private che fanno parte della catena di approvvigionamento alimentare è fondamentale per migliorare la preparazione, per identificare rapidamente i segni di una crisi imminente e per coordinare la risposta a tutti i livelli. Questo favorirà la resilienza della catena di approvvigionamento alimentare dell’Ue. Date le interdipendenze tra i settori economici, sono necessari un adeguato coordinamento orizzontale tra le competenze politiche e amministrative e la coerenza con altri strumenti di crisi, in particolare quando la crisi ha origine da fattori esogeni alla catena di approvvigionamento alimentare, come è stato il caso della crisi Covid o sarebbe il caso di crisi in cui ad esempio l’approvvigionamento energetico non è più garantito. La pianificazione di emergenza dovrebbe quindi essere sufficientemente flessibile per adattarsi e interagire in modo complementare con questi strumenti. Le iniziative di resilienza e le nuove misure nell’ambito della pianificazione di emergenza dovrebbero essere sostenibili e verdi in linea con il Green Deal europeo. Gli squilibri del mercato dovrebbero essere monitorati e, se necessario, affrontati rapidamente, facendo pieno uso degli strumenti disponibili, in particolare nell’ambito della Pac e della Pcp, nonché delle reti di scambio e coordinamento delle parti interessate. Le catene di approvvigionamento devono rimanere operative e i flussi commerciali fluidi, anche per i settori che sono essenziali per il funzionamento della catena alimentare».

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