Dal 1° settembre al 10 dicembre 2021 la nuova campagna 2021-2022 (base lavorata) ha registrato un totale di 263 mila tonnellate di riso importato, contro le 259 mila dello stesso periodo dell’anno scorso; di queste, 204 mila tonnellate sono di riso Indica a grana lunga, e 110 mila di rottura di riso (erano 66 mila nello stesso periodo dell’anno scorso). Lo riporta il rapporto settimanale di Gaotrade, The Rice, disponibile online.
Sul totale delle importazioni la Cambogia ha rappresentato 19.500 tonnellate contro le 20 mila dello stesso periodo dell’anno scorso, mentre il Myanmar ha esportato in Europa 21 mila tonnellate, contro le 27 mila tonnellate dello stesso periodo dello scorso anno. Le importazioni di riso basmati greggio e lavorato ( Regno Unito non incluso) ammontano a 65.000 tonnellate contro 54.000 tonnellate dello stesso periodo dello scorso anno (di cui 61.000 tonnellate dal Pakistan e il resto di origine indiana).
Per quanto riguarda la produzione, da primo settembre al 1° dicembre 2021 della nuova annata agricola sono state prodotte 2 milioni 845.000 tonnellate, pari a 1.950 tonnellate di riso lavorato. L’importazione totale di riso lavorato 2020/21 era di 1.780.000 tonnellate, e il consumo totale per il 2020/2021 previsto a 3.400.000 tonnellate. Prevista un’ area di coltivazione di risone in Europa nel 2021/22 in calo a 400.000 ettari dai 420.000 nel 2020/21 (-5 %). L’area risicola Ue è concentrata negli Stati membri meridionali, vale a dire Italia, Spagna, Grecia, Portogallo, Francia, Bulgaria, Romania e Ungheria. Nel 2021/22, si prevede che l’area e la produzione di riso dell’Ue diminuiscano a causa della riduzione delle superfici in Spagna (bacino del fiume Guadalquivir) causata dalla siccità. Nonostante l’incertezza che circonda il persistente impatto economico della pandemia, si prevede che le importazioni di riso nell’Ue aumentino nel 2021/22, grazie alle minori importazioni dello scorso anno, alla minore produzione e alla ripresa della domanda.
Si prevede che Pakistan, Myanmar, India, Guyana, Thailandia e Cambogia rimangano i principali fornitori di riso dell’Unione europea, in particolare per gli Stati membri non produttori dove c’è un maggiore consumo di riso Indica e di varietà non tradizionali (come il Basmati, le miscele di riso selvatico, il riso, il riso glutinoso o il riso amidaceo). Si prevede che le esportazioni e le scorte finali di riso dell’Ue nel 2021/22 diminuiranno a causa della minore offerta interna.