Qualche giorno fa ci chiedevamo: ma il ricambio generazionale avviene veramente? E lo chiedevamo ai protagonisti, i giovani agricoltori, ricevendone delle risposte non certo entusiaste. Ora è la Confederazione italiana agricoltori, dalla tribuna dell’Expo, a confermare che gli spazi per un rinnovamento e, auspicabilmente, uno sviluppo dell’agricoltura italiana sono contrastati. Alla kermesse milanese il presidente della Confederazione italiana agricoltori Dino Scanavino ha rivendicato la necessità “di assicurare reddito agli agricoltori per restituire loro la dignità sociale e la centralità che hanno nel mondo attraverso l’affermazione del ruolo multifunzionale dell’agricoltura”. Subito dopo, Matteo Bartolini presidente dei giovani agricoltori europei (oltre 2 milioni d’imprese in 25 paesi dell’Unione) ha lanciato quest’allarme. “Noi -ha evidenziato- stiamo parlando di sostenibilità, ma la prima sostenibilità che deve essere assicurata è quella dell’impresa agricola. Ai giovani è stato chiesto di produrre di più con meno e questa sfida i giovani l’hanno raccolta. Sappiamo che le imprese agricole condotte dagli under 35 sono più estese, hanno più capacità produttiva, hanno maggiore attenzione al biologico e all’ambiente. Ma sappiamo anche che oggi solo il 7,5% delle imprese agricole europee è condotta da giovani imprenditori mentre il 30% delle coltivazioni è portata avanti da agricoltori con più di 65 anni. Il dato più allarmante -ha continuato Bartolini- è però che solo un’azienda su 10 di quelle che cessano viene rilevata e portata avanti da un giovane agricoltore. L’Europa sta perdendo terra coltivata e ci sono già pronti fondi comuni d’investimento di tutto il mondo a comprare queste terre. Perché i cibo sarà i business del futuro, ma se subiamo il “land grabbing” la biodiversità che oggi vogliamo tutelare domani non ci sarà più. E’ del tutto inutile che si dica che l’agricoltura del futuro è in mano ai giovani se i giovani non trovano spazio del presente. Se non ci siamo oggi come faremo ad esserci domani?” Ma non è tutto. La Commissione Europea conferma: Ricard Ramon Y Samoy ha detto: “E’ vero: sappiamo che stiamo perdendo terra coltivata e sappiamo anche che le giovani imprese non rappresentano più del 7% di tutta l’agricoltura europea. Per questo abbiamo creato dei fondi ad hoc per il sostegno e l’incentivo dell’impresa agricola giovane. Ci sono contributi fino a 70 mila euro per l’acquisto dei terreni e contributi sostanziosi per gli investimenti e tutti i fondi per lo sviluppo rurale assegnano corsie preferenziali alle imprese agricole giovani. La Commissione Europea -ha ribadito Ramon Y Somoy- è impegnata nella nuova politica economica su tre fronti: occupazione, crescita, investimenti e assegna all’agricoltura giovane un ruolo di primo piano nel rilancio dell’economia europea”. Chiediamo ai nostri giovani risicoltori: è proprio vero che la Pac li aiuta? (06.05.2015)
DE MINIMIS: IL NUOVO REGOLAMENTO
La Commissione europea pubblica il 13 dicembre 2024, il nuovo regolamento che alza la soglia “de minimis”, a 50.000euro/agricoltore/triennio.