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«L’ETICHETTATURA E’ UN RISULTATO STORICO»

da | 13 Apr 2017 | NEWS

«Portare un risicoltore via dalle sue risaie in questi giorni è una sofferenza vera. Sa, noi in questi giorni seminiamo e qualcuno sta ancora arando…» Dice di soffrire ma si vede che è soddisfatto. Mauro Tonello (foto grande), risicoltore emiliano e vicepresidente nazionale della Coldiretti, commenta con un largo sorriso lo «storico ok all’etichettatura obbligatoria del riso». Storico, ripete tre volte, e il pensiero corre al primo Novecento, al Bertone e al Maratelli, al Vialone (che non era ancora Nano) e al Chinese Originario, a una storia in cui il riso, che fosse Camolino o Brillato, si vendeva nei sacchi di juta e il tricolore si brandiva sui campi di battaglia, non tra i banchi dell’ortolano. Un altro mondo: oggi il futuro dell’agricoltura lo può decidere un’etichetta, che indichi al consumatore da dove proviene ciò che mangiamo. «E’ storico il decreto che il Ministro Martina ha scritto per il riso – conferma Tonello – e che introdurrà l’obbligo di indicazione dell’origine del riso in etichetta. Lo chiediamo a livello europeo, ha detto il Ministro, annunciando che sarà sperimentato in Italia. Inoltre, il governo ha accolto le nostre richieste di chiedere alla Commissione europea di fermare le importazioni a dazio zero dai Pma con l’attivazione urgente della clausola di salvaguardia ed estendere anche al settore risicolo la sperimentazione dell’assicurazione agevolata salva ricavi, come per il grano. Infine, è stato deciso di 2 milioni di euro sulla promozione delle qualità del riso».

E’ la soluzione?

Sono strumenti risolutivi, se impiegati bene. Con lo storico ok all’indicazione di origine obbligatoria per il riso si pone fine all’inganno del falso Made in Italy con un pacco su quattro venduto in Italia che contiene riso straniero all’insaputa dei consumatori. Abbiamo portato centinaia di risicoltori sotto le finestre del ministro perché era necessario premere per ottenere e abbiamo ottenuto delle misure necessarie per difendere un settore in cui l’Italia è primo produttore europeo. Ma, più di tutto, abbiamo ottenuto l’etichettatura obbligatoria, storica battaglia della Coldiretti e svolta vera nel commercio del riso.

Dicono che Tonello avrebbe accettato anche quella volontaria…

Dicono il falso. Come ho già detto, parleranno le carte e le carte hanno parlato. Abbiamo chiesto l’etichettatura obbligatoria e il governo ci ha dato quella. Gliene diamo atto.

Ma varrà solo in Italia.

Per ora, ma si attiverà lo stesso processo che ha permesso all’olio d’oliva di difendersi dalle miscele selvagge. Infatti, il governo presenterà il decreto a Bruxelles per ottenere l’etichettatura obbligatoria e nel frattempo avvierà le procedure per la promozione, che sarà finanziata con due milioni di euro. Quando arriverà l’ok europeo, tra qualche mese, tutto sarà pronto per avviare una grande campagna che creerà l’immagine del Riso Italiano in Italia e, dall’Italia, in Europa e nel mondo. Era importante far passare il principio, creare l’etichetta obbligatoria “Riso Italiano”.

Il marchio “Riso Italiano” sarà quello dell’Ente Risi?

Abbiamo chiesto un’ampia rivisitazione dell’Ente Risi perché non ci sembra che operi più nel modo giusto per tutelare il riso. Purtroppo, anche nel caso del marchio che doveva garantire l’italianità del riso contenuto nelle scatole che se ne fregiano questa carenza è risultata evidente. Oggi, il meccanismo dei controlli dell’Ente Risi è farraginoso e non garantisce quel che serve: se io inscatolo riso prima di sottostare a un controllo devo accettare di ricevere il controllore. Controlli su appuntamento, ma vi pare? Abbiamo chiesto che il marchio “Riso Italiano” sia assegnato da un ente che garantisca dei controlli effettivi.

Martina sostiene di aver raggiunto un accordo con Calenda, è così?

Effettivamente sembrava che Calenda fosse ostico, ma alla fine si è convinto che si possa applicare al riso lo schema del latte, che poi è lo schema per tutte le perle del made in Italy che si voglia veramente difendere sul mercato globale. Non dimentichiamo che oltre 1/3 della spesa degli italiani è ancora anonima con l’etichetta che non indica la provenienza degli alimenti, dai salumi al concentrato di pomodoro ai sughi pronti, dai succhi di frutta fino alla carne di coniglio. C’è molto da fare e sono orgoglioso che la Coldiretti abbia portato  il riso fuori dalle nebbie.

Riepilogando, cosa succederà adesso?

Ci sarà il decreto, già firmato, che andrà a Bruxelles. Parallelamente si apriranno dei tavoli tecnici per perfezionare il marchio “Riso Italiano” e le operazioni di promozione. Quando arriverà l’ok dell’Europa all’etichettatura obbligatoria partirà la macchina da guerra. Perché è una vera e propria guerra commerciale, tra il riso italiano e le importazioni, una guerra che vogliamo vincere.

PAGANINI SOTTO L’ALBERO

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