Si torna a parlare della nuova legge del mercato interno. L’accordo raggiunto tra i sindacati agricoli e l’industria (http://www.risoitaliano.eu/accordo-sulla-riforma-del-mercato-interno/) presuppone una serie di novità in tema di etichettatura che si interfacciano con il protocollo per la tracciabilità volontaria del riso italiano sostenuto soprattutto dalla Coldiretti. Tuttavia, pare che le sanzioni previste per chi violasse le norme relative all’etichettatura sull’origine del prodotto – tra 600 e 3.500 euro – potrebbero non essere immediatamente applicabili. Lo avrebbe fatto notare il Ministero dello sviluppo economico in una lettera al Mipaaf affermando che la proposta relativa alle sanzioni «non è giuridicamente sostenibile» nel senso che prima della riforma della normativa del 1958 sulle denominazioni del riso in commercio sarà approvata la disciplina nazionale sull’etichettatura e in quell’ambito saranno normate le sanzioni per le infrazioni, che saranno applicate “anche” al riso. Va anche detto che sull’argomento etichette è aperta – anzi, apertissima – anche la discussione dell’Europa: nei giorni scorsi, infatti, Jyrki Katainen, vicepresidente della Commissione, rispondendo all’Europarlamento che chiedeva una direttiva sull’etichetta origine obbligatoria per la carne contenuta in prodotti come piatti pronti e surgelati, ha detto chiaramente che l’esecutivo non intende proporla perché i costi per l’industria sarebbero troppo elevati e i consumatori non li pagherebbero. Bruxelles, insomma, è contraria ad estendere l’obbligo di etichettatura d’origine, architrave della tracciabilità, così come è stato richiesto invece dall’Anga, alla recente Fiera In Campo. (26.02.15)
IL RISO E’ SOST
Presentati i risultati della sperimentazione Risosost