Sul piatto del bilancio agricolo di previsione ci sono in più 24 miliardi a prezzi costanti. L’abbiamo riportato di recente (https://www.risoitaliano.eu/la-vittoria-delleuropa/): 15 miliardi provengono dal cosiddetto Recovery Fund e sono destinati al Fondo europeo agricolo dello sviluppo rurale, per realizzare gli obiettivi ambiziosi posti dalle strategie Farm to Fork e Biodiversità e gli altri 9 miliardi “aggiuntivi” vanno invece alla nuova proposta di Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 (4 miliardi per i pagamenti diretti ai produttori agricoli e 5 miliardi per lo sviluppo rurale). Insomma, diciamo “aggiuntivi” ma, altro non sono che una parte del taglio attuato dalla proposta precedente di ritorno nel budget finanziario italiano (fino a poco fa pari a 36,3 miliardi di euro a prezzi correnti rispetto ai 40 miliardi del 2014-2020). Non più di due mesi fa ci siamo chiesti se il quadro finanziario in discussione sarebbe stato ancora realistico ed attuabile alla luce dell’emergenza Covid-19 (https://www.risoitaliano.eu/ecco-come-cambia-la-pac-2023/). La domanda era retorica e la Regione Lombardia ce lo conferma. «La Pac deve essere semplice, efficace, in grado di valorizzare le autonomie territoriali e soprattutto finalizzata a promuovere la competitività delle imprese agricole» puntalizza infatti l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi in merito alla strategia europea Farm to Fork (https://www.risoitaliano.eu/unetichetta-su-farm-to-fork/), coordinata a quella per la promozione della biodiversità.
Quali imposizioni ci rallenterebbero ulteriormente?
«La programmazione attuale ha una burocrazia mastodontica che rischia addirittura di peggiorare a causa di strategie che lisciano il pelo a visioni bucoliche dell’agricoltura ponendosi obiettivi ambientali ambiziosi senza puntare sull’innovazione nei campi e nelle aziende ma mettendo vincoli che si innestano nei provvedimenti del Green Deal europeo che mirano, entro il 2030, a raggiungere il 30% della superficie agricola europea coltivata a biologico, a ridurre del 50% l’utilizzo dei pesticidi e a destinare il 10% delle aree agricole alla conservazione degli ecosistemi. La scommessa è un pò azzardata nel momento in cui gli scambi commerciali globali sono paralizzati dalla crisi post coronavirus».
Che linea verrà perseguita in Lombardia?
«La Pac è la misura di sostegno alla competitività agricola – aggiunge Rolfi – La sostenibilità ambientale si raggiunge attraverso un percorso di innovazione e di frequente formazione, non con altra burocrazia. Siamo una Regione leader per l’agricoltura conservativa grazie a tecnologia, digitale, genetica. Il settore risicolo, in questo caso, pur avendo un’impronta di agricoltura intensiva, possiede una predisposizione alla sostenibilità, evidente nella sua capacità di guardare con attenzione alle pratiche di tutela delle acque in primis e la biodiversità animale annessa».
Cosa ci si aspetta dalla nuova Pac?
«L’Europa deve puntare in maniera concreta sull’agricoltura, coinvolgendo i territori e le Regioni per stabilire una strategia condivisa che includa già nel reddito degli agricoltori tutte le buone pratiche di sostenibilità ambientale quotidianamente condotte. Se l’aumento dei fondi per la Pac verrà confermato sarà una notizia positiva, tuttavia, le misure sono ancora insufficienti e a farne le spese sarà la competitività della imprese – conclude l’assessore».
Anche in Piemonte, e vogliamo segnalarlo, le reazioni del mondo agricolo sono di preoccupazione di fronte alle notizie, apparentemente entusiasmanti, che arrivano da Bruxelles: «Serve Politica Agricola Comunitaria forte per garantire competitività delle nostre imprese – contesta infatti Coldiretti Piemonte – L’Europa deve difendere la propria sovranità alimentare garantendo un budget adeguato alla Pac per sostenere gli agricoltori e per non dipendere dall’estero per cibo e bevande che sono diventanti un elemento strategico per la ripresa economica dell’UE. I passi avanti non bastano perché serve una Pac forte, semplice ed efficace e con risorse adeguate per garantire la competitività delle imprese e consentire di svolgere un ruolo essenziale nel presidio territoriale, nel contrasto alla crisi climatica e contro il dissesto idrogeologico – commentano così Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte e il delegato confederale Bruno Rivarossa, in merito alle proposte relative al bilancio agricolo presentate dalla Commissione europea nel contesto del quadro finanziario dell’Unione per il periodo 2021-2027 – E’ indispensabile garantire alla nostra agricoltura le risorse necessarie, anche straordinarie, per continuare a rappresentare un motore di sviluppo che potrà contribuire a portare il nostro territorio fuori dalla crisi che l’ha colpito». Autore: Martina Fasani