Riso crodo, Echinochloa spp. e Alisma plantago-aquatica sono le resistenze in aumento nelle risaie italiane secondo il Gire, che oggi ha celebrato a Legnaro (Padova) il proprio ventennale con un convegno scientifico. Anche il Cyperus difformis preoccupa i ricercatori. Delle infestanti del riso si sono occupati Natalino Dalla Valle (Dow AgroSciences), Eleonora Miniotti (Ente Nazionale Risi) e Luigi Quaglini (BASF), i quali hanno parlato di «continuo incremento delle problematiche di resistenza nel riso, in particolare la resistenza multipla» e di un «limitato numero di meccanismi d’azione», deducendo l’indispensabilità dell’autorizzazione di usi di emergenza (per 120 gg) di alcuni prodotti per gestire le problematiche di resistenza ma anche un incremento dei costi per gestire le infestanti. Secondo il Gire, «la resistenza nel riso è in continua evoluzione poiché il sistema colturale è particolarmente esposto a queste problematiche. La prevalenza di coltivare il riso in mono-successione, con utilizzo ripetuto di pochi meccanismi d’azione ha determinato nel tempo la selezione di biotipi resistenti di alcune importanti infestanti del riso: Alisma plantago-aquatica, Cyperus difformis, Echinochloa spp. Oryza sativa var. sylvatica (riso crodo), Schoenoplectus mucronatus (unica a presentare uno sviluppo stabile; ndr). Le aree interessate da questo fenomeno si trovano principalmente in Piemonte e Lombardia, comunque sono presenti biotipi resistenti in Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Sardegna. Per quanto possibile, si dovrebbero mettere in atto le strategie per prevenire i fenomeni di resistenza agli erbicidi. Purtroppo la realtà attuale ci porta invece a considerare prioritaria la gestione delle problematiche di resistenza per limitarne la diffusione. In quest’ottica, la conoscenza del tipo di resistenza presente in risaia è fondamentale per mettere in atto le migliori strategie possibili, caso per caso, sia con mezzi chimici sia agronomici (lavorazioni, falsa semina, ecc.). Per limitare la diffusione della resistenza è necessario alternare prodotti con diverso meccanismo d’azione, considerando programmi di diserbo che comprendano interventi di presemina e post-emergenza per massimizzarne l’efficacia. Inoltre, è importante impiegare correttamente i prodotti, riguardo alla dose, allo stadio vegetativo dell’infestante e alle condizioni ambientali. E’ importante evitare, per quanto possibile, che le infestanti sfuggite al trattamento producano semi mettendo in atto strategie idonee, compresa la monda manuale. Nelle situazioni estreme con forte pressione di popolazioni resistenti è necessario inserire la rotazione con altri sistemi colturali (es. cereali, mais e soia) per interrompere il ciclo vegetativo delle infestanti tipiche della risaia o consentire l’impiego di prodotti con diverso meccanismo d’azione». SCARICA IL TESTO INTEGRALE DELLA RELAZIONE.
PREOCCUPA L’ACCUMULO NEVOSO
L’analisi idrologica a cura di Confagricoltura Pavia e di Alberto Lasagna