I consumatori spagnoli beneficeranno della clausola di salvaguardia «perché con la riduzione delle importazioni si garantisce una maggiore origine del riso prodotto in Spagna e nell’UE, che ha una qualità superiore, con una produzione più sostenibile». Lo sostengono le cooperative agroalimentari spagnole che scrivono a Risoitaliano per sottolineare l’importanza della decisione europea.
La posizione del consiglio di settore
Félix Liviano Presidente del Consiglio settoriale del riso delle cooperative agro-alimentari di Spagna, valorizza quindi la decisione, ma sottolinea anche che «si tratta di una soluzione temporanea, per cui il settore cooperativo continuerà a collaborare con il ministero in altre misure, come la etichettatura dell’origine del riso, che avvantaggia il consumatore che può conoscere l’origine di ciò che mangia; inoltre essa sarebbe anche una misura di protezione per la produzione spagnola di riso. L’etichettatura è il modo per garantire la libera concorrenza e permettere al cliente di scegliere in modo consapevole il riso vuole consumare». La Spagna, con una produzione di riso semigreggio di 826.000 tonnellate, equivalente a 490.000 tonnellate di riso bianco, consuma circa 360.000 tonnellate di riso bianco, di cui 220.000 tonnellate di tipo japonica e 140.000 tonnellate di tipo indica.
«Grazie alla Commissione»
«Le cooperative agro-alimentari della Spagna ringraziano la Commissione europea per la sua decisione» e ricordano che il riso è una coltura di importanza cruciale per la qualità dell’acqua, la lotta contro la salinità del suolo e la preservazione della biodiversità. In Spagna ci sono 78 di riso cooperative, che rappresentano più del 60% del riso che è commercializzato nel Paese. Queste cooperative sono distribuite in sette comunità (Aragón, Andalucía, Cataluña, Extremadura, Navarra, Murcia e Valencia).