RISONE POCO SCAMBIATO
Sia la domanda sia l’offerta rimangono poco attive in borsa merci. Forse questo contesto potrebbe mutare a maggio, mentre oggi le riserie non sembrano essere alla ricerca di merce. Nei primi mesi dell’anno gli acquisti sul mercato interno ed estero erano stati numerosi, probabilmente creando scorte a magazzino. I risicoltori in molti casi sono immersi nei lavori di preparazione ed attuazione della semina. Continuano ad offrire poca merce sul mercato, in linea con le richieste della domanda. Questa postura, tuttavia, potrebbe invertirsi da qui a fine campagna di commercializzazione, con il rischio che ciò causi deprezzamenti a listino. Secondo i dati ufficiali proposti da Ente Risi di risone in magazzino ce n’è di più del solito. Come consueto ribadiamo che questo non significa che sia tutto ancora vendibile ma l’eloquenza dei valori è talmente significativa da destare interesse.
Il bollettino trasferimenti, infatti, registra una rimanenza al 25 aprile pari a 410.004 tonnellate contro una media di 376.324 nelle tre annate precedenti a pari data. Leggere questo dato ad inizio mercato, considerando il brusco calo produttivo occorso a causa della siccità, pareva utopico. Il mancato raccolto rimane evidente nel comparto dei lunghi A, poco trasferiti ma anche poco presso i risicoltori, mentre la maggiore influenza su questo risultato proviene dal comparto dei tondi e, in misura minore, dai lunghi B. In generale, però, rimane negativo per il settore constatare che il risone trasferito ad oggi è 845.073 tonnellate contro una media di 1.161.640 tonnellate nei tre anni precedenti.
LISTINO NOMINALE
Nella seduta di ieri mattina la conseguenza della carenza di scambi e del periodo festivo è un listino totalmente immutato ma con voci che divengono tutte nominali. Come detto le varietà che presentano disponibilità trasferibili maggiori sono i tondi. Per questi risi il rischio di passi indietro da qui a fine mercato, visti anche gli arrivi di merce dall’estero, è maggiore. Già attualmente per Selenio e Centauro, quotati ancora 70 €/q lordi, il prezzo di riferimento pare 65 €/q lordi secondo quanto riferito da Paolo Ghisoni. Gli altri tondi restano a 60 €/q lordi dopo il calo della scorsa settimana. Primi scricchiolii anche per i lunghi B, anche se i 50 €/q lordi paiono ancora il riferimento. Anche per questo gruppo merceologico le giacenze sono maggiori rispetto agli anni passati ed è nota la grande influenza della merce di provenienza estera nel comparto.
Tra i lunghi A sono stabili tutti i risi da interno. Ai prezzi attuali si vende meno riso bianco ma il deficit produttivo elevato e la mancanza di sostituti esteri lasciano ben sperare, anche in qualche possibile passo avanti da qui a fine mercato. Meno rosea la situazione dei lunghi A da parboiled. I valori di riferimento di questa annata, compresi tra 70 e 80 €/q lordi, hanno influito negativamente nelle vendite all’estero, destinazione principale del gruppo. Si è venduto meno risone ma il calo produttivo nella scorsa campagna è stato tale da mantenere le giacenze deficitarie rispetto alle annate precedenti. Al prezzo attuale, tuttavia, secondo quanto riferito sempre dal mediatore lombardo Ghisoni, questi risi non trovano compratori. Dopo il recente passo indietro a 75 €/q lordi sembra possibile un nuovo calo, probabilmente per tornare a 70 €/q lordi, cifra parsa già in precedenza più adatta sul mercato internazionale. Autore: Ezio Bosso.
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