La dirigenza dell’Est Sesia torna nell’occhio del ciclone. La notizia è sulla Stampa di oggi: «Con una lettera aperta al presidente Camillo Colli, quattro membri del consiglio d’amministrazione di Est Sesia e l’ex presidente di Confagricoltura Novara, Paola Battioli, componente dell’assemblea, invocano «un’inversione di rotta».
Un atto che arriva dopo oltre 10 anni di una vicenda processuale iniziata nel 2012 con l’arresto di tre dirigenti, accusati d’aver messo in piedi un giro di rendicontazioni gonfiate. Il maxiprocesso, con 37 capi d’imputazione e 42 persone coinvolte, è finito nel nulla, con assoluzioni in primo grado nel 2019 a Novara e niente appello. Le ultime sconfitte giudiziarie dell’ente sono recenti: due sentenze del tribunale civile di Novara dell’11 settembre da una parte respingono la richiesta di danni presentate da Est Sesia nei confronti dei dirigenti coinvolti, dall’altra condannano l’ente a riassumere Luisa Lazzarini, licenziata al termine del procedimento disciplinare, e a corrisponderle tutte le retribuzioni arretrate, con un esborso milionario. Con Battioli hanno firmato la lettera due consiglieri novaresi (Pierantonio Mercalli di San Pietro Mosezzo e Alberto Leonardi di Casalino) e due lomellini (Giovanni Daghetta di Robbio e Giacomo De Ghislanzoni di Sannazzaro).
LA LETTERA A COLLI
«Come ti abbiamo anche troppo spesso ricordato – scrivono a Colli – sono ormai innumerevoli le dimostrazioni che le accuse ai passati dirigenti apicali sono palesemente infondate. La giustizia italiana ha mille difetti, il peggiore la lentezza, ma arriva in modo inesorabile. Il danno per Est Sesia e, di conseguenza, per gli associati è stato enorme. Da una parte il quasi azzeramento dei fondi di riserva, che all’inizio della vicenda ammontavano a 37,5 milioni; dall’altra la perdita pressoché totale di credibilità dell’ente nei confronti delle istituzioni. Gli avvenimenti di questi giorni dimostrano in modo inequivocabile che le accuse mosse nei confronti degli ormai ex dirigenti sono servite solo a mantenere uno stuolo di avvocati: solo per il rigetto della nostra richiesta danni il tribunale ha liquidato parcelle intorno ai 350 mila euro».
«Da qui l’invito pressante a voltare pagina. C’è il timore diffuso, pur non esplicitato nella lettera, che il dissanguamento dell’ente in cause legali dagli esiti negativi si possa riflettere nell’aumento dei canoni dell’acqua». Ora ci si attende la replica di Colli (foto grande).
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