Al convegno vercellese di Confagricoltura sulla Pac c’è stato anche un intervento a sorpresa: Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli e Biella, ha preso la parola in “territorio nemico”, affermando: ‹‹Questa fase la dobbiamo affrontare tutti insieme. L’Ue categorizza le aziende agricole sulla base della loro produzione standard e in base ad essa stipula anche i criteri delle graduatorie. In Italia il 70% delle aziende agricole si attesta tra i 15 e 25 mila € di produzione standard, in Piemonte il 54%; è con questa importante fetta di agricoltori, favorita anche dall’orientamento comunitario, che ci dobbiamo confrontare quando cerchiamo di far valere le nostre necessità. Siamo un settore di eccellenza ma composto unicamente da 4200 aziende, per questo bisogna essere uniti e coinvolgere tutti, facendo sentire la nostra voce. Per farlo credo si possa anche scendere in piazza, magari insieme a tutto il tessuto sociale che ci circonda, spesso troppo distante dalle nostre necessità nonostante l’importanza della risicoltura nel nostro territorio.››
Parla Actis
L’esperto risicoltore milanese, Carlo Dominoni, si è inserito quindi nel dibattito, denunciando la mancanza di reciprocità tra richieste di sforzi economico-sociali agli agricoltori e finanziamenti a loro forniti dall’Ue, dal suo punto di vista scaturita dal dilagare dell’ideologia ambientalista nel continente, capace di influenzare anche la nostra competitività sul mercato globale. Il microfono è quindi giunto nelle mani di Piero Actis, noto risicoltore vercellese: ‹‹Ringrazio il dottor Magnaghi che ci ha spiegato perché solo ora ci vengano comunicati questi cambiamenti, ritengo che sia deplorevole il ritardo da parte dei nostri europarlamentari e credo che il grande assente di questa manifestazione sia proprio la politica europea. Il nostro importante settore, attraverso l’ottima Ente Nazionale Risi, avrebbe potuto agire molto prima se fosse stato messo a conoscenza della situazione. Prendo a spunto le parole di un vicepresidente di Confagricoltura Torino, il quale durante una manifestazione dello scorso novembre alla Reggia di Venaria disse: “un acquaiolo, magari quello più bravo, può dare suggerimenti migliori rispetto a certi funzionari”. Credo che queste parole si possano riallacciare al mio ragionamento riguardo al comportamento della nostra rappresentanza politica in Ue. In ogni caso, in questo breve tempo fornitoci dobbiamo fare tutto il possibile per mitigare questo cambiamento epocale, tutti insieme. Per chiudere riprendo i temi proposti da Paolo Vercellotti, riguardo alla gestione dell’ecosistema risaia, e mi rivolgo a Paolo Carrà: Paolo domani, se possibile, fai presente al Ministro Patuanelli che se venisse a mancare la gestione scaturita dalla risicoltura anche solo di una porzione della rete idrica, i danni conseguenti provocherebbero costi per il demanio molto maggiori di quelli che sembra vogliano tagliare nella prossima programmazione Pac». A queste parole non è mancata la risposta di Paolo Carrà: ‹‹A livello comunitario la risicoltura ha sempre avuto un occhio di riguardo da parte di tutti ma è indubbio che oggi vi sia una lobby ambientale, passatemi il termine, “radical chic” molto ingombrante, infatti abbiamo dichiarazioni di molti europarlamentari che definiscono la nuova Pac come molto ben strutturata. Ti dico, Piero, che domani farò vedere al Ministro lo splendido video proposto da Ovest Sesia proprio riguardo al tema da te indicato, alcune volte le immagini parlano meglio delle parole e questo mi sembra il caso. Ci siamo mossi da tempo su questo tema e vi assicuro che il pressing che facciamo è continuo, nonostante i tempi ristretti e le difficoltà».
Parla Perinotti
Prima delle conclusioni proposte da Luca Brondelli di Brondello, Giovanni Perinotti, ex-presidente di Confagricoltura Vercelli-Biella è intervenuto con un discorso capace di scaldare la sala, in cui ha affermato: ‹‹Quando ho scoperto questi numeri non volevo crederci. La situazione è complessa, viste le ristrette tempistiche, ma da 867 a 159 €/ha di spazio ne vedo e dobbiamo lavorare per ridurlo. Eravamo preparati ad una decrescita scalare, come affermato in precedenza, ma -79% credo sia inaccettabile. Dobbiamo lavorare seriamente dove possiamo, su ecoschemi e Psr, e sono sicuro che le persone intervenute faranno quello che hanno detto. Ora la domanda è cosa faremo noi, perché loro sono i nostri rappresentanti ma senza la nostra spinta sarà dura far valere i nostri interessi. Dobbiamo scendere in piazza se necessario senza tirarci indietro, iniziando a muoverci insieme per raggiungere i nostri obbiettivi, come già fanno in altri settori. Io sono un uomo di Confagricoltura ma credo che questa battaglia vada fatta tutti insieme, senza pensare a bandiere e campanilism».
Le conclusioni di Brondelli di Brondello
Sono dunque arrivate le conclusioni dell membro di giunta nazionale in Confagricoltura, Luca Brondelli di Brondello: ‹‹Il risultato della prossima programmazione Pac è negativo per tutta l’agricoltura italiana, nonostante vi siano ministri che ancora affermano il contrario. Anche a livello europeo i risvolti saranno negativi, come dimostrato da una valutazione di impatto della nuova Pac effettuata negli Usa, in cui si parla di -20% di reddito per gli agricoltori Ue e -25% di produzione agricola, fetta di mercato che essi sono pronti ad occupare. Ciò significa che non stiamo diventando più sostenibili in senso generale, spostiamo il problema nel giardino di qualcun altro, il quale coglierà l’occasione per crescere dal punto di vista economico. Riguardo alle tempistiche di comunicazione voglio essere preciso, si è iniziato a parlare di Pac in Italia il 19 di aprile, attraverso una riunione che ha compreso tutte le sigle legate al mondo agricolo ed ambientale. Da quella data si è passati all’8 settembre, quando è stato presentato un impianto della riforma senza cifre, che sono state comunicate il 22 novembre. Oggi (13 dicembre) è in corso un’ulteriore riunione che potrebbe essere decisiva, per questo dobbiamo muoverci in fretta e tutti insieme per sperare di ottenere qualcosa. Una strada da percorrere, a mio modo di vedere, è ridurre il numero dei beneficiari dei finanziamento estromettendo le partite iva agricole inattive (fatturato 0), che sono il 63% del totale. Per fare ciò si potrebbe alzare la soglia minima dei percettori della Pac da 300 a 500 €, noi di Confagricoltura stiamo lavorando per questa proposta. Altra idea che portiamo avanti è innalzare la soglia del pagamento ridistributivo, che molto influisce sul bilancio globale della Politica. La terza è insistere per un pagamento accoppiato al riso più alto possibile, noi puntiamo su almeno 70/80 mln di € sui 500 totali disponibili, che vorrebbe dire circa 300 €/ha. La quarta è legata alle creazione di misure ad hoc per la risicoltura nel Psr, che però va modificato nel suo accesso come detto in precedenza. Non ho parlato dell’ecoschema proposto da Ente Risi, anche se personalmente lo ritengo molto valido, poiché al momento non è tenuto in considerazione dal Ministro Patuanelli, per questo credo sia improbabile possa venir adottato viste le tempistiche. Speriamo di poter contenere il calo del reddito dei risicoltori, elemento condiviso con molti settori agricoli vista la diminuzione degli stanziamenti a livello globale, ma sono sicuro che questo settore riuscirà ad affrontare e superare anche questo cambiamento, come spesso ha fatto in passato». Autore. Ezio Bosso