In agricoltura, per poter sviluppare al meglio la propria professionalità, molte volte la pratica è più utile dello studio teorico, soprattutto quando si parla di conoscere a fondo una coltivazione e riuscire a renderla il più produttivo possibile. Questo accade perché ogni terreno, ogni annata, ogni fonte idrica ed ogni esposizione solare è differente in qualche modo anche in territori apparentemente omogenei o in un singolo appezzamento, per questo è difficile schematizzare i procedimenti in modo completo e solo l’esperienza pratica può insegnare gli accorgimenti utili e la capacità di individuare il momento giusto per attuarli. Anche l’attività agricola, però, nel corso degli ultimi anni è diventata sempre più complessa, affiancata da prodotti che cambiano continuamente, dallo sviluppo di marketing e pubblicità, dalla valorizzazione di ambiti non strettamente legati alla produttività e da leggi che ne hanno complicato l’ottenimento di profitto e la gestione burocratica. Per questi motivi gli esperti teorici sono diventati sempre più utili nel nostro settore, che in Italia riveste un ruolo fondamentale, e sono sempre più le figure professionali che affiancano gli agricoltori, creando nuovi posti di lavoro o allargando le possibilità di impiego di mestieri già esistenti, in entrambi i casi permettendo guadagni sostanziosi e una vita all’aria aperta, elementi ricercati da moltissime persone. Conseguenza di tutto ciò è il tasso crescente di giovani che decidono di conseguire studi accademici in scienze agrarie, alimentari e forestali (come evidenziato dai dati del Miur) individuando in questi settori possibili sbocchi lavorativi molto interessanti. Molti di questi, tuttavia, spesso sono difficili da individuare o da ottenere se non si conosce la loro esistenza o la strada giusta per raggiungerli, due fattori molto poco scontati. (Segue dopo la foto)
Un libro da usare
Antonio Sortino, docente e dottore di ricerca nell’ambito delle Scienza economico-agrarie ed estimative, ha voluto aiutare gli studenti e i neo laureati nel comparto agrario, alimentare e forestale, scrivendo un libro che in meno di 90 pagine riesce a fornire un panorama completo sulle opportunità lavorative a cui questi possono aspirare dopo aver conseguito la laurea. Il testo, intitolato “Lavorare dopo la laurea in Scienze agrarie alimentari e forestali” (€ 9,90 – Edagricole di New Business Media srl – ISBN: 978-88-506-5591-5; Pagine 96 – formato 14 x 21 cm libri.edagricole@newbusinessmedia.it – www.edagricole.it), si struttura in 12 capitoli in cui l’autore fornisce indirizzi fisici e informatici utili a scoprire, abilitarsi e candidarsi in molti ambiti lavorativi in cui sia possibile spendere al meglio la propria formazione universitaria nelle facoltà delle classi sopraelencate, a partire dallo sfruttare al meglio il proprio lavoro di tesi ed il tirocinio universitario. Queste due “fatiche”, necessarie per il completamento di pressoché tutti i corsi di laurea, se ben attuate e pubblicizzate, sono due importantissimi trampolini di lancio ed occasioni di farsi conoscere al meglio nel mercato del lavoro. L’autore mette in luce tutte le accortezze necessarie e i canali di pubblicizzazione del proprio lavoro di tesi mentre, per quanto riguarda il tirocinio, dopo aver sottolineato l’utilità dello stesso come ponte tra università e lavoro, elenca le innumerevoli possibilità a cui candidarsi, a livello nazionale, continentale e globale, fornendo anche informazioni riguardanti i servizi civili e organizzazioni internazionali, che possono rientrare nell’attività di tirocinio.
Il nodo curriculum
Nel libro si affronta, ovviamente, anche il tema curriculum vitae, documento che rappresenta la presentazione di ogni lavoratore ad un’azienda, che deve rispettare specifici canoni ma allo stesso tempo racchiudere le esperienze e le capacità, cercando di interessare velocemente ed esaustivamente datori di lavoro spesso oberati da questo tipo di documenti. Successivamente lo scrittore passa in rassegna un importante numero di carriere perseguibili dai dottori agrari ed alimentarie e di strade per addentrarsi nel mondo del lavoro, partendo dalle più generaliste. Sortino fornisce, in modo conciso ed esaustivo, gli indirizzi dei vari centri per l’impiego ed elenca tutte le reti di ricerca di lavoratori (che siano esse fisiche o telematiche, supportate da qualsiasi tipo di mezzo di comunicazione) a cui gli interessati possono prestare attenzione per non farsi sfuggire occasioni interessanti. Propone, inoltre, possibilità accademiche e legate alla ricerca scientifica e, nel capitolo più ampio e complesso del testo, spiega come tentare la carriera di insegnante, ai vari livelli accademici di competenza esclusiva dei laureati, sottolineando giustamente le notevoli difficoltà e i continui cambi nelle normative legate a questa professione.
La “nuova” agricoltura
Si giunge poi alla parte più strettamente legata al mondo agroalimentare, quel nuovo gruppo di professionisti di cui vi abbiamo parlato in apertura, che è principalmente legato ad alcuni “nuovi” modi di fare agricoltura che vengono definiti nel libro, forse un po’ superficialmente, settori di qualità dell’agroalimentare. L’autore li identifica in 4 gruppi: i prodotti tipici e tradizionali, per i quali vengono proposti ruoli in enti come Slow Food e Eataly, i prodotti biologici, nella cui produzione si identifica la necessità di personale soprattutto negli enti certificatori, i prodotti etici ed equo-solidali e 4 produzioni che stanno destando un crescente interesse sul mercato e che si caratterizzano per l’avere una clientela alla ricerca più della qualità che della quantità: canapa, birra, caffè e cioccolato. Successivamente vengono proposti lavori legati all’attivismo sociale (ONG e associazioni ambientaliste) e più tradizionali del nostro settore. Tra questi ultimi, oltre ai ruoli pubblici in parchi e musei e agli impieghi degli iscritti agli albi professionali (perito agrario, dottore agronomo e forestale, e tecnologo alimentare), viene anche proposta la possibilità di diventare imprenditore agricolo, sottolineando le molto barriere che vi sono all’adempimento a questa professione, tra cui principalmente il difficile accesso alla terra. Qui l’autore si mostra molto realista e discreto conoscitore delle difficoltà dell’imprenditoria agricola, scrivendo un paragrafo molto lucido in cui, nella parte finale, afferma: “Insomma, la sempre più citata multifunzionalità delle aziende agricole, che permette la produzione di reddito tramite la tutela e valorizzazione del paesaggio agricolo, l’ospitalità rurale, la conservazione di prodotti agricoli tradizionali, richiede però all’agricoltore di fare un po’ di tutto: il trasformatore il commerciante, il ristoratore, l’albergatore, persino l’esperto paesaggista … Riusciranno i moderni agricoltori multifunzionali ad essere sempre efficaci ed efficienti nel portare avanti tutte queste multiformi attività? O forse chiediamo agli agricoltori italiani ed europei, soprattutto a quelli con aziende più piccole e marginali, sforzi eccessivi per loro insostenibili?” Domande lecite, anche se non è il concetto di multifunzionalità a far paura agli agricoltori, da sempre capaci di svolgere nelle loro aziende le più disparate attività. Tuttavia queste parole sottolineano un concetto caro al nostro comparto, racchiuso nella affermazione “ci chiedono sempre di più e riceviamo sempre meno”, che Sortino dimostra di aver colto e di voler sottoporre anche al suo pubblico, i neo laureati di facoltà universitarie che difficilmente ne hanno sentito parlare durante le lezioni (per quel che ho potuto vivere nella mia personale esperienza accademica). Il libro si chiude con un’altra riflessione molto realista, in cui l’autore denuncia le criticità del precariato e della disoccupazione, molto diffuse tra i giovani italiani, e fornisce gli strumenti per la richiesta dell’ultima spiaggia, il reddito di cittadinanza, sottolineando come questo sia una misura inappropriata per porre rimedio ai due problemi sopracitati. Autore: Ezio Bosso