La stagione irrigua si sta avviando alle battute finali dopo non poche problematiche. Alcuni dati non possono non innescare un dibattito tra utilizzatori della risorsa, istituzioni, consorzi irrigui e associazioni di categoria.
ACQUA PIOVANA E TEMPERATURE ESTIVE
Si evidenziano le difficoltà connesse sia alla scarsità dell’acqua nei principali fiumi, sia alla ridotta disponibilità nei bacini lacuali. Non può passare inosservata la scarsissima piovosità estiva con piogge che, in molti comuni, non hanno superato, dal 1° giugno ad oggi, i 75 mm complessivi. Piovosità verificatesi a fronte di temperature spesso superiori ai 35 gradi con punte prossime ai 40 gradi.
Una primavera particolarmente fredda, una piovosità accentuata sui bacini lacuali e alpini hanno favorito una straordinaria disponibilità. Questa disponibilità ha permesso il mantenimento, ad esempio sul lago Maggiore, di livelli idrometrici importanti. Si parla di livelli nell’intorno dei 130 cm, da metà maggio a metà agosto. Un evento senza precedenti che ha contribuito a scongiurare una situazione drammatica.
Il grafico disponibile sul sito laghi.net evidenzia tale andamento.
Non sono mancate criticità complesse soprattutto sui corsi d’acqua interni e sulle portate generate da fenomeni di riproduzione (fontanili e colature). Si sono osservati inevitabili ripercussioni anche sulle reti derivate dai fiumi principali. Il monitoraggio della falda avviato direttamente da Confagricoltura Pavia, ha evidenziato come, dai primi giorni di settembre, sia iniziata la fase di scarico dell’accumulo sotterraneo con una riduzione dell’altezza di falda che in questa fase è nell’ordie dei 3 cm al giorno.
In ogni caso si è riscontrato l’imponente escursione di falda in prossimità dei terrazzi fluviali dove maggiore è l’effetto ricarica generato dall’attività irrigua svolta in loco e nelle porzioni a monte rispetto all’andamento di falda.
ACQUA ED ANDAMENTO FALDA A SARTIRANA LOMELLINA
A Sartirana Lomellina si è avuta un’escursione massima di falda pari a 292 cm che, assumendo una saturazione del suolo di circa 250 l/mq (dato medio teorico considerando la porosità del suolo e del primo sottosuolo nel suo complesso) determina un accumulo dinamico di circa 750 l/m2. Accumulo pari ad una colonna d’acqua di 750 mm.
Consideriamo che nello stesso comune la piovosità del periodo è stata di 73 mm. Ipotizziamo che l’acqua sia percolata tutta nel suolo e nel primo sottosuolo. Ne consegue che oltre il 90 % dell’escursione di falda è dovuto all’irrigazione. Attività che, di fatto, trasla nel tempo e nello spazio la risorsa irrigua senza consumarla ma rendendola nuovamente disponibile. La disponibilità avviene per mezzo dei fontanili, al sistema irriguo. Si tratta di un volume d’acqua immenso che merita alcune prime sommarie considerazioni.
Assumiamo un valore di escursione medio di falda nelle province risicole piemontesi e lombarde di circa 100 cm e una superficie lorda territoriale complessiva (da non confondere con la superficie effettivamente coltivata) di circa 350 mila ettari. In questo caso emerge che il volume dinamico in moto nella falda grazie alle attività irrigue connesse alla risicoltura e in parte alla coltivazione del mais, è di circa 875 milioni di metri cubi. Volume pari alla capienza complessiva di almeno 5 grandi bacini alpini.
Questi pochi numeri dimostrano come parlare di consumo d’acqua in capo al sistema irriguo del nord-ovest padano sia quanto meno inesatto in quanto gran parte della risorsa derivata viene trasferita. Infatti, per mezzo dell’accumulo dinamico di falda, l’acqua è trasferita al sistema irriguo posto a valle con uno sfasamento temporale di circa 40 giorni. Questo dato evidenzia come sia fondamentale favorire la circolazione dell’acqua quanto più possibile nell’arco dell’anno. Questo perchè il fenomeno di ricarica della falda è, per sua natura, un evento lento. Il principale incremento di falda giornaliero si ha dopo, come già richiamato, circa 40 giorni dall’inizio delle irrigazioni.
UN SISTEMA DELICATO MA VIRTUOSO
Si tratta di un sistema irriguo delicato, ma quanto mai virtuoso e utile e fondamentale per l’intero bacino padano. Da studi già consolidati si può ritenere che il rilascio della falda ai fiumi principali misurabile nel tratto terminale del Ticino e nel tratto di Po tra la confluenza del Sesia e la Confluenza del Ticino sia, nel periodo irriguo e nei mesi successivi, ben superiore ai 100 m3/s. Si tratta di una risorsa messa nuovamente a disposizione delle utenze presenti a valle della confluenza tra Po e Ticino. Riportiamo di seguito il grafico delle letture giornaliere della falda a Sartirana Lomellina. Le letture sono state effettuate da Confagricoltura Pavia. Il grafico permette di visualizzare i concetti sopra richiamati.
Gli elementi di virtuosismo e gli elementi di criticità vanno uniti in un ragionamento comunitario complessivo che consenta di condividere le scelte, anche nell’ambito della nuova PAC e dell’utilizzo delle risorse del PNRR, così da salvaguardare non solo la risorsa irrigua ma l’utilizzo virtuosa della stessa garantendo al contempo la possibilità di fare impresa alle aziende agricole restando al passo con le moderne tecniche agronomiche. Autore: Confagricoltura Pavia