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L’AGRICOLTURA RITROVA L’UNITÀ SUI SOLDI

da | 5 Nov 2019 | Internazionale

Il ministro Bellanova
Alzata di scudi da tutto il mondo agricolo contro la minaccia di taglio al budget della Politica agricola comune 2021-2027, che per l’Italia significa una diminuzione di risorse pari a poco meno di 400 milioni di euro. La riduzione del budget per la Politica agricola comune (Pac), prevista dalla proposta di regolamento transitorio adottato dalla Commissione europea, parla chiaro: per l’Italia vengono stanziati 3,56 miliardi in pagamenti diretti e 1,27 per lo sviluppo rurale (Psr), rispettivamente 140 milioni (-3,9%) e 230 milioni in meno (-15,6%) rispetto al massimale 2020, per una riduzione totale di 370 milioni di euro, prevista nel 2021 con il passaggio dal nuovo al vecchio Quadro Finanziario Pluriannuale (QFP). «L’Italia è contraria alla proposta di taglio dei fondi sulla Pac 2021 – ha affermato la ministra dell’agricoltura, Teresa Bellanova – Lo ribadiremo al prossimo Consiglio dei ministri europei, perché non si deve danneggiare il settore agricolo. Insieme ai parlamentari europei, a partire da Paolo de Castro, porteremo avanti un lavoro serio a difesa degli interessi degli agricoltori». Lo stesso De Castro ha ribadito questa posizione: «Non possiamo accettare tagli per 375 milioni. Vogliamo un budget europeo ambizioso, che conti sull’1,3% del Pil dell’Unione Europea riconoscendo il ruolo degli agricoltori italiani, sempre in prima linea nella lotta al cambiamento climatico e ambasciatori del nostro paese nel mondo con le loro produzioni ed eccellenze».
I sindacati agricoli sono per una volta concordi: «E’ inaccettabile un taglio di 370 milioni di euro all’agricoltura italiana – sottolinea Coldiretti – che è diventata la piu’ green d’Europa con primati nella qualità e nella sicurezza alimentare». Il presidente Ettore Prandini rincara la dose: «E’ necessario garantire all’agricoltura le risorse necessarie per continuare a rappresentare un motore di sviluppo sostenibile per l’Italia e l’Europa. Indebolire l’agricoltura che è l’unico settore realmente integrato dell’Unione significa minare le fondamenta della stessa Ue in un momento particolarmente critico per il suo futuro. È necessario pertanto sempre maggiore rigore nelle prossime tappe del difficile negoziato tra i Capi di Stato e di Governo per salvaguardare le risorse finanziare ma anche per realizzare una riforma della Politica Agricola Comune che  “riequilibri” la spesa facendo in modo di recuperare con forza anche il suo antico ruolo di sostegno ai redditi e all’occupazione agricola per salvaguardare un settore strategico per la sicurezza e la sovranità alimentare in un momento in cui il cibo è tornato strategico nelle relazioni internazionali dagli accordi di libero scambio all’embargo fino ai dazi. Un appuntamento chiave per l’Italia che puo’ contare su 750mila aziende impegnate su 12,8 milioni di ettari di terreno coltivato».
La Giunta di Confagricoltura, ha anche affrontato la difficile situazione della applicazione dei Piani di sviluppo rurale che rischia di determinare la perdita di ingenti risorse comunitarie specie in alcune Regioni, spesso le più penalizzate dalla congiuntura economica generale, come Puglia, Sicilia, Campania e Basilicata; e sommando anche il possibile disimpegno del Psr della Regione Sardegna, per un totale di 444 milioni di euro.

Il presidente Massimiliano Giansanti ha ribadito: «Ho scritto nei giorni scorsi al ministro Bellanova per sollecitare tutta l’urgenza e la rilevanza che richiede questa situazione – ha concluso il presidente Giansanti – proponendo anche l’istituzione di un tavolo specifico partecipato da organizzazioni agricole e regioni per indirizzare al meglio l’attività nelle prossime settimane, evitando per quanto possibile il disimpegno ma anche per programmare azioni efficaci per l’immediato futuro». Per la Cia e il suo presidente Dino Scanavino «Resta valida la necessità di disegnare una nuova Pac per gli agricoltori con una visione strategica che sappia unire produttività, competitività e sussidiarietà dell’agricoltura, soprattutto tramite l’innovazione, il legame con i territori, l’approccio di filiera. Ci auguriamo che tutti questi aspetti non siano mortificati dalla prospettata riduzione del budget per il periodo 2021-2027».

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