La scorsa settimana il magazzino dell’azienda agricola dell’Ente Nazionale Risi, a Castello d’Agogna, è stato svuotato dai soliti ignoti. Che debbono essere ben informati, se è vero che – come testimoniano gli agricoltori che subiscono i furti, numerosi in questo periodo – i ladri generalmente agiscono laddove sono stati appena consegnati ingenti quantitativi di mezzi per l’agricoltura. Anche nel caso del Centro ricerche sul riso (come ci confermano all’Ente Risi) si tratta di prodotti chimici e anche in questo caso, come in molte cascine della Lomellina e di altre aree risicole, i ladri arrivano attrezzati di tutto punto per scassinare e svuotare i magazzini. «Abbiamo già parlato con il Prefetto – ci spiega Luciano Nieto, direttore dell’Unione agricoltori di Pavia – e invitiamo gli agricoltori a prestare grandissima attenzione. Ovviamente collaboriamo con le forze dell’ordine, ma al tempo stesso ribadiamo che le istituzioni non devono lasciarci soli: il furto di prodotti per l’agricoltura alimenta il mercato nero e vanifica il lavoro degli agricoltori onesti e rispettosi dell’ambiente». Il tema dei furti in cascina è effettivamente un’emergenza e ha un impatto destabilizzante: in Lombardia e in Piemonte negli ultimi anni sono stati imposti limiti severi all’utilizzo di agrofarmaci e il furto di prodotti può compromettere uno sforzo per la sostenibilità che vede impegnata tutta la filiera. Per questo, episodi come il furto all’Ente Risi, particolarmente esecrabile perché colpisce il simbolo dell’attività di ricerca sul riso in Italia, devono essere condannati e gli agricoltori debbono collaborare con le forze dell’ordine, oltre che vigilare, per fermare i “soliti ignoti” che procurano un duplice danno alla risicoltura. (Nella foto grande, il film “I soliti ignoti”. Nella foto piccola, il logo dell’Ente Risi)
IL RISO E’ SOST
Presentati i risultati della sperimentazione Risosost