Dopo le due inaugurazioni degli anni accademici 2020 e 2021 tenute on line a causa del Covid, è stato possibile celebrare la 236° inaugurazione in presenza secondo tradizione, grazie alla riduzione delle restrizioni ed alla tenacia ed intraprendenza del Presidente Enrico Gennaro nel trovare nella galleria Diana della Reggia di Venaria una sede con capienza sufficiente a contenere, rispettando le distanze di legge, le 90 persone che hanno presenziato con entusiasmo all’evento. Si è così potuto finalmente distribuire ai nuovi entrati in Accademia ed ai promossi ad Ordinari nel 2019 e 2020 i diplomi di appartenenza. I partecipanti, dopo aver misurato la temperatura corporea ed esibito il green pass, si sono rivisti dopo due anni di riunioni “informatiche”, ritrovando il calore umano della presenza fisica.
La bozza della Strategia Nazionale Biodiversità 2030
Al benvenuto del Responsabile Ufficio Attività Espositive del Consorzio Residenze reali Sabaude, Tomasi Ricardi di Netro, si sono susseguiti i saluti del Vicepresidente dell’Accademia delle Scienze di Torino, Marco Mezzalama, che ha evidenziato l’attuale difficile rapporto tra la Scienza ed alcuni strati della popolazione. Questa sembra scettica, ed anche contestataria, delle conquiste avvenute nei secoli scorsi, ignorando i percorsi della ricerca scientifica. Saranno forse deluse dalla mancanza di onnipotenza dei ricercatori, pretendendo da loro risposte immediate a tutte le pretese di una popolazione mondiale in crescita esponenziale. Pietro Piccarolo, Presidente UNASA (Unione Nazionale delle Accademie per le Scienze Applicate allo Sviluppo dell’Agricoltura, alla Sicurezza Alimentare ed alla Tutela Ambientale) ha menzionato la richiesta, recentemente ricevuta dal Ministero per la transizione ecologica, di analizzare la bozza di “Strategia Nazionale Biodiversità 2030”, un corposo documento di 71 pagine, (qui Bozza nuova SNB 2030_consultazione) da commentare entro 10 giorni. Dopo i cinque giorni concessi alle 14 Accademie associate per produrre i loro elaborati, una Commissione UNASA ha negli altri cinque prodotto una sintesi dei vari documenti ed inviato al Ministero (qui RISPOSTA UNASA[34319]) le proprie valutazioni. Il prof. Piccarolo ha espresso le sue perplessità riguardo al tentativo di coniugare la produttività agricola con la tutela della biodiversità naturale, senza avvalersi dei recenti progressi della genetica. Se non saranno sdoganate in Europa le nuove tecnologie di evoluzione assistita, l’agricoltura non disporrà di un importantissimo mezzo per rispondere alle sfide proposte. Flavio Barozzi, Presidente dalla Società Agraria di Lombardia, si è complimentato per l’organizzazione dell’evento, ed ha invitato tutti a partecipare al convegno del prossimo 2 dicembre, organizzato per celebrare i 160 anni della nascita della SAL, ed i 50 della fondazione del museo MULSA di S. Angelo Lodigiano, che oggi espone mirabilmente i progressi storici dell’agricoltura lombarda.
Il Presidente dell’Accademia Enrico Gennaro ha illustrato le ricerche scientifiche prodotte nei due anni trascorsi: le varie iniziative sperimentali gestite dagli Accademici si sono svolte secondo programma, mentre l’attività divulgativa, dopo i tre mesi di lock down assoluto, è stata ripresa on line, con il buon risultato di avere più ascoltatori alle conferenze rispetto a quanto accadeva in presenza. Attualmente le conferenze si svolgono sia in presenza che in remoto, e le registrazioni sono messe a disposizione su Youtube, visibili gratuitamente a tutti semplicemente digitando Accademia di Agricoltura di Torino. Ha quindi iniziato a distribuire i diplomi ai nuovi Soci corrispondenti, presentati dal Segretario Luca Battaglini tramite la lettura di un riassunto del curriculum vitae. Sono stati poi consegnati i diplomi di promozione dei Soci corrispondenti a Soci ordinari. Tra i risicoltori Paolo Carrà e Piero Rondolino sono stati elevati a Soci ordinari, mentre Benedetto Coppo e Vito Prando sono stati ammessi come Soci corrispondenti. Insieme ad Antonio Finassi, Maria Grazia Calzoni, Carlo Goio ed a chi scrive, rappresentano in Accademia la risicoltura che vuole stare al passo coi tempi, cercando di applicare al meglio quanto propone la ricerca scientifica.
Il Vicepresidente dell’Accademia Vittorio Viora di Bastide ha illustrato nella sua Lectio Magistralis la nuova politica agricola comune. I fondi destinati dalla UE all’agricoltura, che negli anni ’60 rappresentavano il 66% del bilancio, sono ora discesi al 39%. Delle risorse erogate, circa la metà arriverà alle aziende agricole, l’altra metà verrà destinata alla gestione della politica agricola. La nuova PAC non sarà più concessa ai campi da golf, e ad altre attività non agricole, ma sarà distribuita con preferenza alle piccole aziende, penalizzando con il “capping” quelle grandi, per le quali sarà limitato il valore massimo delle sovvenzioni. Il contributo di base legato alle superficie sarà drasticamente ridotto, ed aggregato al “greening”, prima erogato a chi rispettava alcune regole, oggi diventate obbligatorie. I contributi del PSR saranno assegnati tramite gli “ecoschemi”, una normativa nuova, che dovrà essere “interpretata” per produrli e trasmetterli entro il 31 dicembre a Bruxelles. Anche qui è apparsa la preoccupazione dell’agricoltura, chiamata ad affrontare le sfide ecologiche e produttive con una riduzione delle risorse ed un incremento di divieti, spesso penalizzanti per le attività operative.
L’Assessore all’agricoltura Marco Protopapa, che nel frattempo si è aggiunto al Consesso, ha chiuso la mattinata parlando appunto degli ecoschemi, che dovranno essere discussi ad inizio dicembre tra il Ministro dell’Agricoltura e gli Assessori regionali. Ha espresso la preoccupazione di trovarsi con delle proposte preconfezionate, senza disporre del tempo per tentare di modificarle. Non si vede, con la varietà di climi e di colture presenti in Italia, la possibilità di sintetizzare in pochi ecoschemi norme adatte a tutto il territorio. I formali complimenti presentati all’Accademia di Agricoltura non sono mancati, ma tra gli astanti c’era qualche delusione: le variegate competenze tecniche presenti avrebbero potuto essere a disposizione di chi governa, solo se fossero state ascoltate nei tempi necessari a fornire indicazioni utili. Autore: Giuseppe Sarasso, accademico dell’agricoltura