Borsa chiusa a Mortara in corrispondenza ieri della festa della Repubblica. Nell’ultimo mercato ci eravamo lasciati con il persistere di assenza della domanda (
leggi l’ultima analisi). La conseguenza di ciò sono listini che continuano a calare, seppur in modo più contenuto rispetto alle settimane precedenti.
«ACCETTEREI ANCHE OFFERTE AL RIBASSO PUR DI VENDERE»
Nell’attesa di vedere i nuovi sviluppi la prossima settimana vi proponiamo una delle nostre consuete interviste ai risicoltori. Ai nostri microfoni oggi Lorenzo Bovio, risicoltore di Pernate (NO). «In questo mercato sono riuscito a vendere ad oggi poco risone rispetto alle scorse annate. Questo è dovuto a due fattori, un importante calo produttivo occorso a causa della siccità e la scelta per parte del raccolto, in particolare un tondo, di attendere a vendere. Ho optato per questa strada, alla pari di diversi colleghi con cui mi sono confrontato, sperando di ottenere il meglio dal mercato nelle sue battute conclusive. Oggi, al contrario, i listini sono bruscamente crollati, di oltre 30 €/q in diverse voci a listino solo nell’ultimo periodo. La domanda sembra essere totalmente disinteressata alla merce e nei rari casi in cui si dice pronta all’acquisto propone offerte in continuo ribasso. Ciò nonostante in questo momento ammetto che sarei pronto ad accettarle pur di riuscire a vendere il risone tondo di cui ancora dispongo. Per questo comparto, viste importazioni e disponibilità trasferibile ho il timore che i deprezzamenti non siano finiti».
«IN DUE ANNI HO DIMEZZATO LA SUPERFICIE A RISO»
«Dal punto di vista agronomico in questa campagna ho ridotto la superficie a riso ulteriormente, dopo averlo fatto l’anno scorso, portandola alla metà circa rispetto a due anni fa. Tale scelta è scaturita dal calo produttivo dovuto alla siccità riscontrato nella scorsa campagna, di poco inferiore al 30% rispetto alla produzione attesa. I terreni che gestisco sono serviti pressoché tutti direttamente dal consorzio irriguo Est Sesia ma nella scorsa estate è risultato molto complesso irrigare. Ho accolto di buon grado, infatti, l’approvazione recente del nuovo regolamento utile in caso di carenza, che mi auguro possa permettermi di avere accesso alla risorsa irrigua quanto meno nel turno prestabilito.
Nonostante tale maggior garanzia di equità nella distribuzione, avevo già scelto come impostare la coltivazione in autunno, per questo non ho cambiato i miei piani riguardo al riso. Ho seminato molto più orzo, frumento e triticale in seguito al raccolto autunnale deficitario, pensando di fargli seguire la soia. Le recenti piogge mi hanno spinto a decidere di portare a granella solo il frumento, gli altri due gli ho trinciati ed ho in seguito seminato mais ed una varietà di soia più tardiva ma più produttiva».
«COMPLESSO PRENDERE DECISIONI LUNGIMIRANTI»
«Come ho detto – continua Bovio – nell’arco di due anni la superficie a riso si è sostanzialmente dimezzata nella mia azienda. Questo mi ha chiaramente causato diverse difficoltà a livello di investimenti, dovendo adattare il parco macchine e vedendo stravolta l’impostazione aziendale di anno in anno. Ad esempio abbiamo acquistato di recente importanti mezzi agricoli per la produzione di mais che quest’anno useremo pochissimo, avendo constatato la grande difficoltà che si ha con questo prodotto in caso di carenza irrigua.
Anche la risicoltura oggi non è più una certezza nei nostri territori come fino a qualche anno fa. Alla luce del raccolto avuto e dei costi dei mezzi di produzione, i prezzi che vediamo oggi a listino sono tutt’altro che vantaggiosi. L’altro grosso problema infatti è la grande volatilità a cui sono soggette sia le entrate che le uscite. Vediamo listini di risone ma anche fertilizzanti, diserbanti e gasolio subire continui importanti scostamenti. Considerando tutti questi fattori appare chiaro quanto sia complesso prendere delle decisioni lungimiranti per la nostra realtà». Autore: Ezio Bosso.
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