Alla manifestazione di Torino contro il governo ci saranno altre organizzazioni sindacali ma non ci sarà Coldiretti e questo, secondo noi, è un errore. L’assenza è vistosa, proprio per il peso che ha la Coldiretti nell’agricoltura nazionale. Non vi è dubbio che la manifestazione di Torino che domattina difenderà il progetto della Tav sia contro il governo che sta cercando di affossarla e che possa essere scomodo schierarsi. Contro il governo, inteso nella sua interezza, Lega compresa, perché se è pur vero che è il M5S a volere lo stop, il Carroccio ha sottoscritto un contratto di governo che recita testualmente: “Con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione, ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia”.
Ma perché l’agricoltura dovrebbe difendere la Tav? Il progetto è costoso e non ricade direttamente sui trasporti merci, men che meno sul riso. Allora, ci chiederete, perché dovremmo difenderlo? Perché è un simbolo di un’Italia migliore. Più moderna, meglio collegata, più produttiva, ma anche più sostenibile: non vi è alcun dubbio che incentivare il traffico ferroviario preservi l’ambiente dall’inquinamento. Non vi è dubbio che – come in tanti altri casi – il paradigma grillino della decrescita felice produca danni all’ambiente e maggiore infelicità. Poiché la rigenerazione dell’agricoltura in chiave di sostenibilità è uno dei cavalli di battaglia dell’organizzazione di Ettore Prandini (presidente nazionale) e Roberto Moncalvo (presidente piemontese) vorremmo vederli scendere in piazza con l’Italia che produce per dire al governo: Sì Tav.