Vuole insegnare il riso ai vercellesi. Direte voi: come vendere frigoriferi agli eschimesi. Se lo dice da solo, Massimo Biloni: «eppure nei ristoranti vercellesi non c’è ancora una carta dei risi, una cultura del risotto…» Biloni è un breeder talmente appassionato del prodotto che con la Strada del Riso Vercellese di qualità sta conducendo una campagna di marketing fortunata. Finanziata dalla Regione Piemonte, certo, ma in collaborazione con i consorzi del vino (Barolo e Nebbiolo) e gli operatori privati, che trovano vantaggioso abbinare i loro prodotti ai risi dei soci della Strada. Un’associazione che oramai ha un bilancio di 234 mila euro e gestisce progetti da 80mila.
Corsi per sommelier del riso -un’esclusiva della Strada- ma anche fiere all’estero e vernissage mirati: Svezia e Danimarca sono solo le ultime tappe di questo percorso che è stato illustrato lunedì all’assemblea annuale della Strada. L’assemblea ha approvato il bilancio e confermato il direttivo. Negli ultimi anni Biloni e Dario Bertoli hanno ampliato il parterre dei soci, portando in casa anche Biverbanca.
«E ci sono richieste anche da aziende non vercellesi, ci toccherà cambiar nome» azzarda Biloni che oggi guida un’associazione con una novantina di soci. Obiettivo per il 2023: candidarsi a promuovere la sensibilità ambientale in risicoltura. Una bandierina è già stata piantata, aderendo al bando sulla sostenibilità con il comune di Trino vercellese.