Affrontiamo una seconda modalità di controllo delle infestanti nelle risaie. Dopo aver ragionato sul diserbo meccanico ci occupiamo della sommersione invernale della risaia, che sembra avere qualche effetto sulla gestione della flora infestante. Come noto la sommersione invernale viene finanziata dai PSR come operazione facoltativa accessoria ad alcune misure agro-climatico-ambientali. Nell’attuazione della pratica della sommersione invernale chi scrive ha constatato a livello empirico, fin dal primo anno di applicazione, una significativa riduzione nella presenza di alcune infestanti nel riso seminato successivamente. Nella bibliografia scientifica in effetti da più fonti si ipotizza che la sommersione invernale contribuisca alla devitalizzazione dei semi delle infestanti quiescenti nel suolo di risaia.
Dall’inverno 2019-2020 per meglio indagare il fenomeno è stata avviata una verifica sperimentale in collaborazione con il Centro Ricerche dell’Ente Nazionale Risi. Nel tardo autunno sono stati disposti in due campi differenti (uno con normale gestione “all’asciutto” della fase di riposo invernale, l’altro sottoposto a sommersione per oltre 70 gg tra dicembre e febbraio) alcuni campioni di semi di infestanti, opportunamente “intrappolati” in sacchetti a rete e protetti dall’azione degli uccelli per evitarne l’accidentale diffusione. Si è quindi proceduto a fine inverno/inizio primavera alla verifica dei semi in germinatoio.
Lo studio sull’effetto della sommersione invernale sulle infestanti
Dalle prime evidenze (cfr. “Il Risicoltore” di aprile 2020, pagg.2-3) sembrerebbe emergere un dato per certi versi sorprendente, ma che prospetta interessanti potenzialità nella gestione integrata della flora infestante. Lo studio preliminare ha infatti evidenziato come la sommersione invernale non determinerebbe una minore germinabilità delle infestanti indagate, facendo rilevare invece una inattesa maggiore predisposizione alla uniforme e rapida germinazione dei semi di alcune specie, ed in particolare dei giavoni (Echinochloa spp.).
I primi risultati della sperimentazione
La sperimentazione sta proseguendo e sembrerebbe confermare anche nel 2021 quanto osservato il primo anno, benché non sia stato possibile indagare su alcune infestanti acquatiche, quali Alismatacee e Pontederiaceee, che presentano semi troppo minuti per essere trattenuti dal sacchetto a rete. Va tuttavia rilevato che a livello di osservazione empirica la presenza di Alismatacee in particolare (le Pontederiacee sono soggette a facile diffusione a partire dalle bocchette di immissione mediante l’acqua di irrigazione) ha subito una immediata drastica riduzione, sia in condizioni di successiva semina a file interrate (come è abbastanza logico attendere) che in caso di semina in acqua (che potrebbe far pensare ad una effettiva interferenza tra la tecnica della sommersione invernale e la “banca semi” di Alisma spp.).
Nel caso dei giavoni (ma anche di Setaria) la maggiore uniformità nella germinazione delle infestanti ha consentito invece di ottenere un buon controllo preliminare di queste malerbe attraverso una o più lavorazioni meccaniche opportunamente posizionate nel tempo. La successiva integrazione con l’intervento erbicida -anche se indispensabile- è risultata notevolmente agevolata, sia in condizioni di semina a file che in sommersione. In particolare, il controllo delle infestanti non graminacee si è limitato ad alcuni interventi localizzati su piante originate da organo vegetativo e non da seme (Butomus e Alisma da rizoma). Anche nei confronti del riso crodo (che non ha evidenziato a livello sperimentale lo stesso fenomeno di più rapida e uniforme germinazione registrato su giavone) il controllo complessivo è apparso finora più che accettabile e generalmente migliore nei terreni sottoposti a sommersione invernale rispetto a quelli a gestione ordinaria del periodo di riposo.
Per contro esistono alcuni fattori limitanti: in natura “la coperta è sempre corta” e l’agronomo serio deve cercare di trovare un subottimo accettabile, non vendere inesistenti soluzioni “miracolose” come può fare il ciarlatano qualunque. Essi sono quelli noti della sommersione invernale e vanno dalla fondamentale possibilità di sgrondare i suoli sommersi per effettuare le lavorazioni primaverili, fino alla possibilità di gestire correttamente l’acqua nel periodo invernale senza arrecare danni a terzi e via dicendo.
La sperimentazione in atto è in fase iniziale e risulta per certi versi incompleta. Andrebbe continuata ed adeguatamente ampliata per essere sottoposta ad ulteriori verifiche e validazioni scientifiche.
Essa resta tuttavia indicativa di un approccio metodologico costruttivo, basato sul rigore e la curiosità della scienza e sulla serena umiltà del lavoro, non sulla vuota retorica della propaganda e dell’ideologia. Autore: Flavio Barozzi, agronomo
PROBLEMI IN RISAIA? SCARICA LA NUOVA APP DI AGRIHELP ITALIA DA GOOGLE PLAY STORE O APP STORE!