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La SICCITÀ POLITICA 

Siccità

«C’è una siccità climatica ma anche politica»: lo afferma Josep Pericay, risicoltore nella zona di Baix Ter, nel parco naturale del Montgrì in Catalogna. Da più di 30 anni il produttore è anche presidente dell’Associazione Pals Rice Plant Defence. Quest’ultima riunisce 25 produttori che commercializzano food con il marchio Arrós de Pals. Tutte le soluzioni emerse nel 2008, con l’ultima grande crisi idrica, come il collegamento di Barcellona alla rete idrica dell’Ebro, non somo attuate. Non esiste ancora un equilibrio idraulico in Catalogna. LEGGI L’ARTICOLO QUI.

MANCA INTERCONNESSIONE TRA BACINI

«È inconcepibile che oggi non ci sia una interconnessione dei bacini. È la base non solo dell’agricoltura, ma anche del turismo. Altrimenti, nella Catalogna più orientale, presto non rimarrà più nulla di tutto ciò», lamenta. Denuncia anche quella che considera una “spoliazione” del fiume Ter. Secondo i dati dell’Agenzia Catalana dell’Acqua, il volume d’acqua del Ter deviato verso la zona di Barcellona è stato di 95 ettometri cubi nel 2023, il minimo storico. Invece, nei campi della riva sinistra del Ter la riduzione il volume d’acqua è pari a 95 ettometri cubi. 70% e a destra il 30%.

Ciò si è tradotto in circa 1.500 tonnellate di riso in meno rispetto ad altre campagne più fruttuose, oltre 6.500 tonnellate raccolte. Un prodotto che per il 50% resta nel territorio e per l’altra metà è venduto alle aziende risicole del Delta dell’Ebro. Il Delta è la zona che concentra il 95% della risicultura catalana. Pericay avverte che un campo incolto, anche per un solo anno, può essere il primo passo verso il progressivo abbandono dei terreni.

«E se i terreni vengono abbandonati, presto arrivano gli speculatori. Non possiamo permettercelo, se la campagna del riso viene persa per un anno sarà molto difficile riprenderla», continua. Una zona molto legata all’attività risicola: sono molte le famiglie e le imprese che vivono di questa coltura, che nel Baix Ter veniva praticata fin dal XV secolo. Ci sono cinque industrie risiere presenti in zona.

SALVATI APPENA I CEREALI AUTUNNO VERNINI

Pericay spiega che oggi i campi sono asciutti e che le recenti piogge sono servite a malapena a salvare i cereali invernali e gli alberi da frutto e ad alleviare “un po’” la siccità ambientale.  «Adesso abbiamo un governo in carica che non prenderà decisioni e dimentichiamoci delle promesse fatte in Parlamento, come il reddito agricolo di base o l’aiuto di 200 euro per ettaro nelle zone irrigate dove l’irrigazione non può essere fatta», lamenta.
Per ora l’unica speranza che hanno i coltivatori di riso è guardare il cielo. Nel 2008, con l’ultima grande siccità, si è compiuto un miracolo in extremis e un raccolto che si prevedeva rovinoso, come quello attuale, è stato salvato.  Attualmente i campi sono in riposo invernale. La semina inizierà alla fine di aprile e potrà essere prolungata fino al 15 maggio, se gli agricoltori oseranno seminare. Pericay ricorda di essere stato tra i primi ad introdurre la semina in asciutta in Spagna, che comporta una riduzione dell’utilizzo della risorsa agricola. E pure dopo le recenti piogge, senza decisioni importanti da parte della politica sul ciclo idrico, tutto questo potrebbe non bastare per salvare la risicoltura spagnola.

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