Salute di piante ed animali e salute dell’uomo: questa la relazione virtuosa indagata dal Webinar “La salute di piante ed animali come base per la produzione agricola“, tenutosi lunedì 28 settembre e promosso dalla Società Agraria di Lombardia in collaborazione con la Sezione Nord-Ovest dell’Accademia dei Georgofili, il DISAA dell’Università degli Studi di Milano e l’Accademia di Agricoltura di Torino.
Tra i relatori intervenuti nel corso dell’evento, il professor Marcello Iriti, del DiSAA dell’Università di Milano, ha esplorato basi teoriche ed applicazioni nella filiera agroalimentare della tematica dell’immunità innata delle piante: «Lo stato di malattia è un’eccezione in quanto le piante hanno la possibilità di difendersi poiché possiedono un sistema immunitario. Sia l’ospite che il patogeno compiono un percorso di evoluzione parallela, detta coevoluzione: con l’avanzamento del processo evolutivo il livello di virulenza del patogeno decresce perché aumenta anche il livello di immunità dell’ospite, dunque proprio la coevoluzione fa sì che generalmente le piante riescano a trovare il modo di difendersi dai patogeni attraverso forme di immunità innata e di immunità adattativa e per mezzo di meccanismi di riconoscimento e difesa».
L’intervento del professor Paolo Cortesi, Direttore del DEFENS dell’Università degli Studi di Milano, ha esaminato l’interconnessione tra malattie delle piante e società: «Certamente la salute dell’uomo e degli animali non può prescindere dalla salute delle piante, come si evince da alcuni esempi storici: in primo luogo va certamente citata la carestia irlandese della metà dell’Ottocento, dovuta sostanzialmente alla Peronospora della patata. Poi il cancro del castagno, una malattia epidemica che ha distrutto nell’arco di 30 anni 40 milioni di ettari di boschi di castagno causando la scomparsa di una specie (Castanea dentata) dal territorio americano, con un grave impatto sull’ambiente. Da ultimo, la Pyricularia oryzae, il Brusone del riso, ha effettuato un salto di specie dal riso al frumento, con 5 milioni di ettari interessati in Brasile nel corso di 5 anni e danni ingentissimi alla coltura del frumento in Bangladesh, dove si pratica un’agricoltura arcaica con scarsezza di mezzi tecnici per la difesa, causando danni rilevanti per la salute dell’uomo». Il riferimento è allo spillover, cioè il salto interspecifico del Brusone, il quale nel 2016 in Bangladesh è passato dal riso al frumento, creando danni ingenti.
Continua Cortesi: «Risulta quindi fondamentale, per un’agricoltura che voglia essere sempre più competitiva, porre l’accento su punti di vista multistrategici e sulla pluralità dell’approccio nella gestione delle malattie, anche perché in Europa la grande attenzione rivolta alle tematiche ambientali ha limitato moltissimo l’attività di ricerca in questo ambito e ha messo in sordina l’interesse per le multinazionali verso lo sviluppo di nuove molecole, con un conseguente restringimento del panorama dei mezzi tecnici di difesa a disposizione».
Strategie di lotta o difesa per le piante
Monica Mezzalama, fitopatologa del DISAFA-AGROINNOVA dell’Università di Torino, ha poi approfondito la tematica delle malattie delle piante nei paesi in via di sviluppo, indicando strategie di lotta o di difesa per arrestare la diffusione di alcuni patogeni in luoghi dove le cattive vie di comunicazione, la scarsa formazione e prevenzione, gli stress idrici severi, le epidemie, nonché l’assenza quasi totale di ibridi tolleranti e l’elevata uniformità genetica si configurano come estremamente impattanti sull’economia agricola.
Il Dott. Stefano Sacchi, del Laboratorio del Servizio Fitosanitario della Regione Lombardia, ha poi indicato alcune peculiarità dei nematodi: «I nematodi possono essere, per la salute delle piante, un potenziale rischio ma anche un potenziale alleato. Sono gli animali più abbondanti in natura e questa numerosità sia in termini di specie sia in termini di popolazione è la testimonianza più evidente del loro successo evolutivo. I nematodi possono essere predatori o parassiti di altri animali o delle piante. La caratteristica che li accomuna è il fatto di essere di dimensioni molto piccole, dai 400 Micron a pochi millimetri e si caratterizzano per l’aspecificità dei sintomi, quindi sono difficilmente percepibili all’interno delle nostre colture anche se possono, di fatto, creare ingenti danni attaccando colture di pieno campo, derrate alimentari ed essenze arboree.
Il danno che provocano può essere diretto, legato all’attività trofica, ma possono anche provocare dei danni indiretti e fungere da vettori per altri patogeni con i quali instaurano relazioni sinergiche. Alcune specie di nematodi possono essere però anche preziose per l’agricoltura se utilizzate come agenti di biocontrollo in quanto possono essere anche parassiti di insetti, per esempio del coleottero Popilia japonica». E, per quanto riguarda i nematodi del riso: « Anche in Lombardia abbiamo alcune grandi sfide e una di esse è rappresentata proprio dal Nematode galligeno del riso (Meloidogyne graminicola) che danneggia le coltivazioni di riso. Il nostro compito, in qualità di Servizio Fitosanitario è, in questo caso, quello di assicurare il controllo in ingresso e la prevenzione».
Esperti a confronto sulla salute delle piante
Nel corso dell’evento sono intervenuti anche Alessandro Natalini del CREA-OF-MDT (Monsampolo, AP), che ha fatto luce sugli approcci del breeding nella difesa delle colture orticole, la Prof.ssa Silvana Mattiello, del DiSAA dell’Università di Milano che ha approfondito il tema del benessere animale e del suo ruolo per la salute umana ed ambientale, la Prof.ssa Gabriella De Lorenzis, del DiSAA dell’Università di Milano con un intervento sulle nuove fonti di resistenza ai patogeni nel germoplasma di vite Caucasico e la Dott.ssa Mariangela Ciampitti, di ERSAF Lombardia, Servizio Fitosanitario- p.o. Servizi per la difesa delle colture.
Presenti all’evento anche Dario Casati, Presidente della Sezione Nord-Ovest dell’Accademia dei Georgofili, Enrico Gennaro, Presidente dell’Accademia di Agricoltura di Torino, Osvaldo Failla, Direttore del DISAA dell’Università degli Studi di Milano e Alessandro Banterle, Direttore dell’ESP dell’Università degli Studi di Milano.
Commenta così Flavio Barozzi, presidente della Società Agraria di Lombardia: «Nel corso del webinar sono state messe in luce alcune tematiche di importanza fondamentale per il mondo agricolo attuale, quali gli aspetti più critici della globalizzazione, la rilevanza del miglioramento genetico, le implicanze della qualità del materiale di propagazione e, non ultimo, quello dello spillover dei virus che evoca anche dei pensieri di attualità». Autore: Milena Zarbà