Uno studio dei dipartimenti di Scienze Agrarie dell’Università degli Studi di Milano e Torino (The evolution of cereal yields in Italy over the last 150 years: The peculiar case of rice) ha fatto luce sull’andamento delle rese di frumento, mais e riso nell’arco di oltre un secolo. In particolare, si è studiato il periodo che va dal 1870 al 2018. (Avviso) Ricostruendo le serie storiche, i ricercatori hanno indagato sulle variazioni registrate in diversi periodi storici. Lo studio compara quanto è emerso dall’Italia con Francia, Regno Unito e Stati Uniti d’America.
PER IL MAIS FORSE IL MANCATO AUMENTO DI RESE DA RICONDURRE ALL’ASSENZA DI OGM
Tutte e tre le colture indagate hanno registrato nelle rese un incremento significativo. In Italia si parla del 347% per il frumento, dell’865% per il mais e del 178% per il riso. Nel Bel Paese la crescita si è concentrata per l’84% (frumento) e per il 95% (riso) dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il trend continua a crescere per il frumento. Invece, si è fermato circa 20 anni fa per il mais. Il motivo è, forse, la mancanza di varietà geneticamente modificate e delle tecnologie correlate.
Il secondo dopoguerra, infatti, ha visto il manifestarsi della cosiddetta “Green Revolution”, la “Rivoluzione Verde” che ha sostenuto, con l’enorme crescita delle rese colturali, la crescente domanda di cibo e beni di consumo da parte di una sempre più abbondante popolazione globale. Lo studio dei ricercatori di Milano e Torino ha mirato ad indagare, attraverso l’analisi delle serie storiche, i segni che questa rivoluzione stesse avvenendo attraverso un approccio comparativo, nel tempo e nello spazio.
Alla base degli enormi passi avanti della Rivoluzione Verde si collocano tutta una serie di innovazioni nel campo della genetica e delle tecniche colturali che hanno portato allo sviluppo di varietà ideali e alla riduzione dei fattori limitanti lo sviluppo, oltre alla meccanizzazione agricola e alle evoluzioni nei settori di tutta la catena del valore alimentare (dalla logistica alla lavorazione dei cibi).
IL CASO ECCEZIONALE DELLE RISAIE ITALIANE RIVOLUZIONE VERDE
Così non è per il riso in Italia. Secondo quanto emerge dall’analisi delle serie storiche: infatti, il periodo che ha fatto registrare un’evoluzione significativa delle rese ha avuto inizio nel 1895. Il trend non ha precedenti. In Italia dalla fine del XIX secolo il balzo è davvero importante, da 1,17 ton/ ha nel 1896, a 5,7 ton/ ha nel 1940. Si tratta di qualcosa di mai registrato né negli Stati Uniti né tantomeno in Giappone.
SPECIALIZZAZIONE E MULTIDISCIPLINARIETA’
LO “ZAMPINO” DI CAVOUR NELLA RIVOLUZIONE VERDE
Un ruolo chiave, poi, fu assunto proprio da Camillo Benso Conte di Cavour. Egli fu attivo nella coltivazione del riso; lo testimonia la corrispondenza con il suo socio Giacinto Corio. Infatti, le numerose lettere sono incentrate sulle sperimentazioni pioneristiche svolte nelle sue aziende (su fertilizzazione minerale, nuove varietà, nuove macchine per raccolta e lavorazione del risone), oltre che sulle sue relazioni con gli attori del mercato.
GENETICA E AGROTECNICA
Un ruolo da non sottovalutare alla spinta sulle rese, inoltre, è da attribuire alla selezione genetica. In particolare, l’introduzione delle nuove varietà di Japonica specificamente destinate al mercato italiano ebbe un ruolo importante. Tuttavia, le nuove agrotecniche determinarono importanti successi: il trapianto, infatti, è stato fondamentale per la redditività dei campi in questo periodo. Trapianto che fu poi abbandonato nel secondo dopoguerra a causa della crescente richiesta di manodopera dal settore industriale.
Gli autori dello studio sottolineano come questa pratica innovativa si sia diffusa proprio nelle aree dei distretti specializzati del nostro paese, ovvero Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Sardegna.
FUTURE RESE E PROSPETTIVE
Infine, se guardiamo all’andamento delle rese negli ultimi anni del periodo analizzato, si nota come quest’ultimo è influenzato dall’introduzione nel nostro paese delle nuove varietà ibride statunitensi. Il futuro appare promettente con un generale incremento delle rese del 20%. In ogni caso, il trend è ben lontano dall’evoluzione che si è osservata tra fine ‘800 e ‘900. Ancora tanto lavoro è necessario per selezionare le varietà più adatte alle condizioni ambientali specifiche dei nostri areali. Autore: Azzurra Giorgio