Se le importazioni di riso lavorato a dazio zero dalla Cambogia dovessero proseguire al ritmo attuale, le industrie di trasformazione italiane ed europee potrebbe essere costrette a «tagliare i posti di lavoro». La Provincia Pavese di oggi focalizza l’aspetto occupazionale del problema. Preoccupazione comprensibile, perché in quest’area si concentrano, oltre a migliaia di aziende risicole, anche numerose industrie risiere. Ad analizzare la situazione è il giornalista e scrittore lomellino Umberto De Agostino il quale ricorda come l’allarme sia «contenuto nel dossier firmato dal ministero dello Sviluppo economico, che sarà spedito nelle prossime ore a Bruxelles». Il quotidiano della provincia di Pavia prosegue evidenziando il lavoro d’inchiesta svolto dal nostro sito: «Siamo alla 15esima revisione del dossier – spiega Paolo Viana, titolare del sito specializzato www.risoitaliano.eu – l’ultima raccoglie un corposo lavoro di analisi della risicoltura e dei problemi che stanno provocando le importazioni a dazio zero dalla Cambogia». L’obiettivo della filiera risicola europea,non cambia: «Richiesta di adozione di misure di salvaguardia nei confronti dell’import di riso dalla Cambogia e applicazione di un sistema di preferenze tariffarie generalizzate», cioè reintrodurre il dazio alla frontiera, fissato a 175 euro la tonnellata. La questione riguarda le varietà Indica, come il Thaibonnet, ma le ripercussioni potrebbero coinvolgere anche le varietà Japonica, cioè il riso preferito dalle famiglie italiane come Carnaroli, Baldo e Arborio». De Agostino raccoglie sull’argomento l’opinione delle istituzioni risicole: «Le importazioni a dazio zero di riso lavorato dalla Cambogia hanno raggiunto livelli tali da creare gravi turbative di mercato – commenta Paolo Carrà, presidente dell’Ente nazionale risi -. In queste condizioni di mercato, la coltivazione di riso greggio Indica non è più remunerativa per l’azienda agricola italiana, ma non può essere sostituita dalla coltivazione di riso di Japonica». La versione integrale dell’articolo si trova sulla Provincia Pavese oggi – 30 novembre 2015 – in edicola. Oppure può essere richiesto al giornale: http://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia
L’ACQUA DI OVEST SESIA NON COSTERÀ DI PIÙ
L’approvazione del bilancio di assestamento e il bilancio di previsione senza alcun aumento della tariffa sull’acqua.