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LA PRIMA CROCIATA CONTRO BRUXELLES

da | 31 Gen 2020 | NEWS

Paolo Carrà come Urbano II. Il comunicato dell’Ente Risi come l’appello di Clermont, che nel 1095 diede il via alla prima crociata contro i musulmani. Dopo la pubblicazione dell’appello contro Bruxelles (“Questa commissione non vuol bene al riso europeo” del 28 gennaio 2020), inizia a prender corpo un fronte in difesa del nostro prodotto. L’Ente Risi aveva denunciato il fatto che la Commissione europea, pur avendo ravvisato la violazione dei diritti umani in Cambogia, ha escluso il riso dai prodotti che non godranno più di preferenze tariffarie, con la scusa che queste sono attualmente sospese dalla clausola di salvaguardia (SCARICA IL DOCUMENTO ENTE RISI SULLA CAMBOGIA). Ieri, le Regioni Piemonte e Lombardia si sono schierate esplicitamente con l’Ente Risi. «I nostri risicoltori non subiranno passivamente le scelte folli della Commissione europea. Lavorando congiuntamente con l’Ente Nazionale Risi siamo pronti a portare i nostri produttori a Bruxelles nelle prossime settimane» hanno detto gli assessori regionali con delega all’Agricoltura di Lombardia e Piemonte, Fabio Rolfi e Marco Protopapa, in merito alla decisione della Commissione Europea di non includere il riso tra i prodotti cambogiani che saranno sottoposti a dazi d’ingresso in Europa dalla prossima estate. Le due Regioni chiederanno il coinvolgimento della commissione agricoltura della Conferenza Stato-Regioni per ottenere una posizione unica e condivisa da parte di tutte le Regioni italiane. E’ la prima volta che gli organismi istituzionali si scontrano frontalmente con la Commissione con un giudizio politico così netto.

«Nei cinque anni precedenti all’introduzione delle clausole di salvaguardia l’importazione di riso asiatico in Europa era aumentata esponenzialmente fino a incidere per più del 30 per cento sulle importazioni in Ue, portando a un crollo dei prezzi del 40 per cento. L’Europa con le clausole di salvaguardia dei mesi scorsi aveva preso atto dei devastanti danni economici. Ora contraddice se stessa con una decisione clamorosa che speriamo venga smentita in sede parlamentare» hanno scritto Rolfi e Protopapa. Aggiungendo: «Ha ragione il presidente dell’Ente Risi: questa Commissione non vuole bene al riso europeo e italiano. Noi ci stiamo battendo per tutelare la qualità e per la promozione commerciale dei nostri prodotti, garanzia di sicurezza alimentare, e ci ritroviamo poi la concorrenza sleale di sistemi produttivi che non rispettano i basilari diritti umani e dei lavoratori. Le maglie vanno strette e non allargate, anche per tutelare le nostre varietà di riso che non sono protette dalle clausole di salvaguardia».

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