La nuova politica alimentare della Commissione europea dovrebbe essere rivista se una futura valutazione d’impatto mostrasse che avrà un impatto negativo sugli agricoltori: lo ha dichiarato Christiane Lambert, neo-eletta presidente dell’associazione degli agricoltori Copa al sito di informazione EURACTIV.com.
Chi è Christiane Lambert
Francese, allevatrice di bestiame, è attiva in agricoltura fin da giovane: è stata eletta nel 2017 come prima donna alla guida dell’unione degli agricoltori francesi Fnsea.IL 18 settembre è stata anche nominata presidente del Copa, che è la voce degli agricoltori europei nella bolla di Bruxelles.
Christiane Lambert a sostegno della F2F
In un’intervista esclusiva rilasciata dopo la sua elezione, ha sottolineato la necessità di allineare l’agricoltura agli obiettivi ambientali, sostenendo la strategia “Farm to Fork” (F2F) dell’UE, ma mettendo in guardia da quelli che ha descritto come gli obiettivi “dogmatici” fissati nella strategia.
Secondo lei, è necessario collegare queste cifre alla capacità del mercato. «Ad esempio, quando la strategia indica il 25% del [totale dei terreni agricoli utilizzati per] l’agricoltura biologica: i cittadini europei mangeranno davvero il 25% di produzione biologica?».
Lambert ha anche lamentato la mancanza di uno studio d’impatto iniziale per accompagnare la presentazione della strategia: «Senza una valutazione d’impatto non è possibile prendere una decisione. E se emergono aspetti negativi, devono essere rivisti nella strategia».
Un’osservazione simile è stata fatta dal commissario per l’agricoltura Janusz Wojciechowski, che ha aperto la possibilità di rivedere gli ambiziosi obiettivi di F2F in una fase successiva, se la sicurezza alimentare fosse minacciata. «Se dovesse risultare evidente che il raggiungimento degli obiettivi fissati in questa strategia minaccia sia la sicurezza alimentare che la competitività della nostra agricoltura, allora questi obiettivi dovrebbero essere rivisti», aveva detto parlando davanti al Senato francese a luglio.
Per Lambert, gli agricoltori devono essere considerati come attori chiave nella potenziale revisione della strategia, al fine di garantire che ci siano obiettivi realistici e raggiungibili compatibili con l’esportazione alimentare europea e la catena di approvvigionamento.
Contrastare l’agribashing
Ha anche parlato della necessità di contrastare un crescente “agribashing” (dagli all’agricoltore) che si è visto in tutta l’Ue, affermando che c’è la necessità di impegnarsi direttamente nella società in un dialogo civile con i media, i social network e i think tank per posizionare gli agricoltori come guardiani dell’ambiente, piuttosto che nemici.
«Gli agricoltori non sono nemici dell’ambiente – al contrario, sono quelli che aiutano a proteggerlo», ha sottolineato, dicendo che la sua missione è quella di difendere tutto ciò che l’agricoltura porta all’Unione, compresa la sicurezza alimentare, la salute, l’occupazione e la vitalità delle aree rurali.
Il neo-eletto capo degli agricoltori ha difeso il principale programma di sussidi all’agricoltura comunitaria, la Politica Agricola Comune, dagli attacchi, in particolare quelli delle Ong ambientali.
Ricordando alcuni aspetti: «Poiché la sicurezza alimentare ha cominciato ad apparire come qualcosa di molto prezioso, va detto con forza che lo dobbiamo alla Pac, che ci ha permesso di produrre in quantità e qualità».
Ha poi espresso il suo disappunto per il fatto che l’agricoltura non ha meritato di essere menzionata nel primo discorso del Presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen, la scorsa settimana, ed ha sottolineato che uno dei suoi principali obiettivi come Presidente del Copa è quello di fare uno “Stato dell’Unione Agricola”.
UE in competizione con l’apertura delle frontiere: la preoccupazione della Lambert
Le incertezze ambientali, così come le incertezze socio-economiche nel settore agricolo si accumulano e gli agricoltori sono inquieti a causa di questa maggiore imprevedibilità», afferma Lambert. Per affrontare le incertezze derivanti dal commercio, Lambert ha affermato chiaramente che l’agricoltura deve essere messa al centro dei dibattiti sugli accordi commerciali internazionali.Riferendosi alle posizioni dell’ex commissario per il commercio, Phil Hogan, ha espresso il suo sostegno alla “autonomia strategica aperta”.
Ha aggiunto: «Il cibo è strategico, ci sono prodotti di cui abbiamo bisogno come i prodotti esotici, il caffè o la soia, ma abbiamo bisogno di relazioni aperte e paritarie».
Tuttavia, ha messo in guardia sul fatto che l’apertura delle frontiere può mettere l’Ue in competizione con paesi che non hanno le stesse regole di produzione: «Abbiamo l’impressione di mettere un peso massimo e un peso piuma in un ring di pugilato. Siamo in competizione, ma sappiamo già dall’inizio che perderemo». Ha poi sottolineando che l’Ue non può far entrare prodotti provenienti da Paesi dove non ci sono standard comuni.
«Dobbiamo rimanere vigili per garantire che le regole sui premi imposti ai produttori europei portino a una riflessione sui negoziati commerciali», ha detto, soprattutto in relazione ai progetti di accordi con il Mercosur o l’Oceania.
Alla domanda sulla battaglia che infuria tra Francia e Italia in materia di etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari, Lambert ha risposto che, pur non sapendo quale sarà alla fine la scelta a livello europeo, è vero che molti consumatori chiedono maggiori informazioni. A questo proposito, ha sottolineato che l’origine dell’etichettatura degli alimenti è una forte richiesta da parte dei consumatori, anche più del Nutri-score.
La sua associazione, il Copa-Cogeca, si è recentemente unita alle fila del malcontento per il sistema proposto dai francesi, sostenendo la candidatura dell’Italia contro qualsiasi etichetta nutrizionale codificata a colori, come il Nutri-score.
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