La costruenda centrale a biomasse di Caresana (Vercelli) non brucia ancora la paglia di riso ma il progetto ha gi bruciato la maggioranza del Comune che vuole realizzarlo. Nei giorni scorsi, otto consiglieri, quattro di maggioranza (Giovanni Bertolone, Graziano Ferrero, Pier Giuseppe Mangolini e Patrizia Redamanti) e quattro dell’opposizione (Stefano Amoroso, Pier Francesco Dottino, Gianluca Travaglini e Giovanni Tresoldi) hanno consegnato le dimissioni perch in disaccordo sul progetto. Dimissioni "irrevocabili" per le troppe "problematiche irrisolte" e l’impossibilit di proseguire "una serena e proficua attivit amministrativa". Un fulmine a ciel sereno, che il sindaco, Pier Luigi Montagnini, 68 anni, al secondo mandato, definisce "Inaudito, questa congiura il frutto di pressioni esterne. Questi signori hanno scelto di mandare a casa con un anno e mezzo di anticipo l’amministrazione senza neppure pretendere una discussione in Consiglio comunale, bel rispetto per l’elettorato". Adesso il Consiglio dovr sciogliersi, il prefetto nominer un commissario e sceglier la data delle nuove elezioni. A Caresana dovrebbe sorgere la grande centrale a biomasse; la vuole realizzare la Biopower Vercellese, su mandato del Coser, l’Unione tra sei Comuni della Bassa: oltre a Caresana, Costanzana, Motta de’ Conti, Pezzana, Pertengo e Stroppiana. Fino a poche settimane fa, la realizzazione dell’impianto era avversata dall’Associazione per la difesa e la tutela del territorio, ma appoggiata incondizionatamente dai sindaci. Poi, all’improvviso, cinque di loro hanno sfiduciato quello di Motta de’ Conti, Francesco Saviolo, come presidente del Coser, mettendo al suo posto il primo cittadino di Costanzana, Gian Luigi Guasco. Ora il nuovo scivolone.
IL CLIMA CAMBIA, CARTESIO NO
Un Carnaroli produttivo e molto stabile che fa della precocità una marcia in più