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LA MANO TESA

da | 7 Giu 2017 | NEWS

«Sfruttate questo esercito buono, di persone perbene che attraversano un momento difficile». Con questa conclusione (VIDEO), Piero Actis ha tirato un gran sospiro di sollievo: poteva essere una sfida all’ok corral, un duello o una rissa, ma non lo è stato. Non sono emerse soluzioni per l’immediato, è chiaro ed è stato detto da tutti, ma ad Asigliano Vercellese, dove si sono riuniti in 600 risicoltori per l’assemblea fondativa de #ildazioètratto, la filiera del riso ha ritrovato la propria unità. Non sono mancate le polemiche e i momenti di tensione ma, per tre lunghe ore, si è cercato soprattutto di capire come far risalire i prezzi del risone e restituire redditività a questa coltura.

«Mancano sessanta giorni alla fine della campagna commerciale, non chiedeteci dei miracoli perché non ci saranno» ha detto Andreaa Lazar, mediatrice di riso, e poteva venire giù il salone Polivalente di Asigliano, mentre non è successo nulla: segno che siamo di fronte a un movimento di protesta ma pur sempre a una realtà di imprese e non a una piazza forcola, affamata e assetata di sangue. Lo dimostra il fatto che gli interventi più “delicati”, quello di Mario Francese, presidente dell’Airi (VIDEO), e di Paolo Carrà, presidente dell’Ente Risi (VIDEO), sono stati seguiti con compostezza dal pubblico. Poteva essere diverso: il primo è la controparte dei risicoltori sul mercato, accusata di speculare sulla crisi, mentre il secondo è stato il parafulmine del malcontento, che ieri sera ha preso di mira, al contrario, il sindacato. Alle tre organizzazioni sindacali presenti in sala è stato imputato di non aver saputo gestire la crisi del riso e l’unico momento di tensione si è registrato quando alcuni risicoltori hanno accusato i presidenti dei sindacati agricoli di essere «stipendiati» dalle proprie organizzazioni e di aver perso ogni contatto con la base. Allora sì che si è sfiorata la rissa…

Va detto anche che un altro intervento sindacale, quello del pavese Fulco Gallarati Scotti, di Confagricoltura, è stato il più applaudito della serata: «Siamo per il libero mercato – ha dichiarato – ma sul libero mercato si combatte ad armi pari e con il riso d’importazione ciò non avviene. Dov’è la politica che ci ha imposto di coltivare più indica quando le serviva? Oggi chiediamo protezione e, si badi bene, non chiediamo più soldi, ma la messa in sicurezza di un settore che vuole competere sul libero mercato ad armi pari con la concorrenza». Pacate anche le reazioni all’intervento di Giovanni Daghetta, presidente della Cia Lombardia. Meno entusiastiche quelle seguite agli interventi dei sementieri, accusati di far pagare troppo la semente di riso, e del rappresentante di Medi@rice.

Giocava in casa, al contrario, l’assessore all’agricoltura della Regione Piemonte Giorgio Ferrero (VIDEO), che ha ridimensionato le polemiche con l’Ente Risi e ha attaccato invece l’industria, invitandola esplicitamente a raggiungere un accordo economico con i produttori per risollevare le sorti del settore. Sempre Ferrero ha annunciato che si muoverà con la grande distribuzione per valorizzare il prodotto nazionale e ha promesso di sbloccare, per quanto possibile, i fondi legati a Pac e Psr. In chiusura, l’appello di Actis: «Sfruttate questo esercito buono», che inquadra il senso della serata: una mano tesa degli uni agli altri per salvare la pelle di migliaia di aziende risicole. VIDEO E FOTO SU: https://www.facebook.com/risoitaliano.eu/

PAGANINI SOTTO L’ALBERO

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