Via libera dal Consiglio Regionale lombardo alla mozione che si oppone alla possibile soppressione delle Borse Merci e all’istituzione delle Commissioni Uniche Nazionali (CUN). «La mozione – spiega il consigliere pavese Silvia Piani, prima firmataria del provvedimento – nasce dall’importanza che la figura del mediatore riveste per i nostri produttori di riso e dalla rilevanza per questo settore della presenza delle Borse Merci specializzate. Il mediatore è un professionista esperto a cui gli agricoltori si affidano per vendere sul mercato il loro prodotto, poiché, individuando eventuali difetti è in grado di valutare il deprezzamento delle partite di riso, sia alla luce di paramenti analitici, che in base al mercato del momento. I mediatori, poi, si basano a loro volta sulle quotazioni stilate dalle principali Borse Merci specializzate in riso e risoni situate a Milano, Mortara, Novara e Vercelli».
«Va rilevato, – aggiunge Piani – che l’Italia è il Paese europeo con la maggior superficie coltivata a riso e vanta una produzione di circa 1.450.000 tonnellate all’anno, di cui, dopo la raffinazione, il 40%, vene rivenduta sul mercato nazionale e il 60% su quello estero. Di tutta la produzione di riso greggio, circa 32.000 tonnellate a settimana vengono vendute dai produttori alle industrie risiere proprio attraverso la figura dei mediatori, che, in considerazione anche ai parametri qualitativi dei prodotti trattati, provvedono ad effettuare una campionatura del risone per stabilirne il valore dei principali parametri qualitativi per determinare il prezzo finale del lotto. Per queste ragioni, attraverso la mozione, chiediamo che la Giunta regionale si attivi a farsi promotrice presso il Governo e la Conferenza Stato-Regioni, affinché non vengano soppresse le Borse Merci tradizionali a favore delle Commissioni Uniche Nazionali e a promuovere un tavolo di confronto regionale con le associazioni di categoria di agricoltori, industriali e mediatori merceologici per condividere una linea d’intenti con l’obiettivo di risolvere il problema delle CUN e della Borsa Merci Telematica Italiana (BMTI). Quest’ultima, infatti, compilando un listino riferito ad esigue quantità di prodotto e non riportando alcun parametro qualitativo, renderebbe di fatto inutilizzabile tale listino per alcune varietà pregiate tipiche dei nostri territori, che non risulterebbero quindi quotate. Il rischio reale, senza alcun beneficio di risparmio per il consumatore finale – conclude Piani – sarebbe l’instaurarsi di un sistema di contrattazione a vantaggio della grande distribuzione con danno irreparabile per i nostri produttori, tale da mettere a repentaglio la stessa sopravvivenza del settore risicolo nazionale».
I SOLITI IGNOTI DELL’IRRIGAZIONE
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