La Lega potrebbe intestarsi presto la protesta dei risicoltori italiani per l’accordo con il Vietnam. Nel silenzio spettrale della politica (e segnatamente del Ministero delle politiche agricole) Matteo Salvini ha invitato una delegazione della filiera risicola italiana al convegno della Lega Nord su “Tuteliamo la nostra terra: quanto conta l’Italia nelle politiche agricole e commerciali dell’Ue” che si terrà sabato 12 settembre a Crissolo (Cuneo). Parteciperanno il presidente del gruppo riso all’interno del Copa Cogeca Giuseppe Ferraris (foto piccola) e, su invito di questi, il presidente dell’Airi Mario Francese, il presidente della federazione riso di Confagricoltura Fulco Gallarati Scotti, il responsabile riso della Cia Giovanni Daghetta (che è anche presidente di Cia Lombardia) e la presidente dell’Unione agricoltori di Novara Paola Battioli. Secondo Salvini il convegno « potrà essere utile ad affrontare, insieme ad altri eminenti rappresentati del mondo agroalimentare, temi quali quelli dell’etichettatura di origine obbligatoria, la riorganizzazione della filiera produttiva, gli accordi internazionali di libero scambio tra cui il famigerato TTIP e la conseguente eliminazione delle misure di protezione, ma anche quale debba essere il ruolo della grande distribuzione e come debba essere già riformata l’ultima Politica Agricola Comune. La globalizzazione del cibo non ha garantito il doveroso “diritto al cibo” a chi non l’aveva e sta annientando le peculiarità ed il “saper fare” degli agricoltori italiani». Il segretario federale del Carroccio rifiuta la logica di «rinunciare al nostro modello di agricoltura» e si chiede: «Quanto, l’Italia, difende questo modello? E’ necessario condizionare la nostra presenza in Europa ad una nuova considerazione del patrimonio agricolo italiano, alle sue specificità, offrendolo come esempio nei suoi aspetti di eccellenza. Il concetto di “qualità”, sebbene venga troppe volte sbandierato e mistificato, non è adeguatamente valorizzato e promosso; per affrontare il mercato globale occorre “rovesciare” l’impostazione delle norme UE che incidono sulla filiera agroalimentare, trasformando il patrimonio culturale ed imprenditoriale italiano in leva commerciale distintiva per i nostri prodotti». L’obiettivo è «l’elaborazione di proposte che possano andare verso il futuro senza per questo dover rinnegare il passato della nostra storia agroalimentare». Concetti che si attagliano alla crisi scatenata dai Pma prima e dal Vietnam ora. Finora, la mobilitazione della Lega, insieme a quella del Movimento 5 Stelle (http://www.risoitaliano.eu/ministro-martina-ma-come-sta-difendendo-il-riso-italiano/), è l’unico segnale di vicinanza del mondo politico alla filiera risicola. A quanto si sa, Salvini avrebbe deciso di dare grande risalto alla presenza della delegazione risicola e di “sposarne” la causa. (01.09.2015)
DE MINIMIS: IL NUOVO REGOLAMENTO
La Commissione europea pubblica il 13 dicembre 2024, il nuovo regolamento che alza la soglia “de minimis”, a 50.000euro/agricoltore/triennio.