La notizia delle polveri sottili fa discutere, anzi fa infuriare i risicoltori. Non tanto per via delle accuse al nuovo impianto di produzione di bioetanolo della Mossi & Ghisolfi quanto perché la Regione, scagionando la bioraffineria, ha implicitamente puntato il dito sulla bruciatura delle paglie di riso. Non ci sta Giuseppe Sarasso, agronomo vercellese, che su Facebook scrive: “Sui giornali sono uscite affermazioni dell’Arpa che incolpano i risicoltori per l’incremento delle polveri sottili nell’aria di Vercelli. Sarebbero le scorie della bruciatura delle paglie. Domanda: chi di noi è riuscito a bruciare od ha visto bruciare paglia nel mese di ottobre? La colpa degli inquinamenti deve sempre e per forza essere attribuita ai risicoltori?” Sarasso non è il solo a pensarla così. Sulla pagina Risikultori in molti prendono la parola, dividendosi sul fenomeno. Sulll’allarme polveri sottili nel Vercellese, Confagricolltura replica così sulla Stampa di Torino, in un articolo di Floriana Rullo: «Rispondere che la colpa è della bruciatura delle paglie di riso mi sembra assolutamente fuori luogo, tenuto conto che quest’anno a causa delle condizioni meteorologiche la raccolta è iniziata in ritardo (dopo il 25 settembre) e soprattutto nel mese di ottobre si sono registrate intense e continue precipitazioni che hanno impedito ed ostacolato la raccolta del riso e, ovviamente, a maggior ragione la bruciatura della paglia di riso, che, bisogna ricordarlo, brucia solo se è secca». (8.11.13)
IL RISO E’ SOST
Presentati i risultati della sperimentazione Risosost