Il progetto “from Farm to Fork” (F2F) si può tradurre come “dall’azienda agricola alla forchetta”. Ma sul vocabolario inglese fork può significare anche “forca”, quella che si usa per le impiccagioni, o “forcone”, attrezzo agricolo multiuso che può servire a spostare paglia e foraggi, o come arma impropria. Quale sarà in futuro la traduzione che si rivelerà più aderente alla realtà?
In effetti, si tratta di un progetto di agricoltura calato dall’alto, su basi ideologiche e scollate dalla realtà, per altro adottate dal Ministero per la transizione ecologica già prima che il progetto fosse applicato. Ridurre l’utilizzo di fitofarmaci del 50%, i fertilizzanti chimici del 20%, gli antibiotici per gli animali del 50%, dedicare il 10% delle superfici agricole alla biodiversità ed il 25% all’agricoltura biologica, significa non avere valutato l’impatto produttivo dei divieti sull’agricoltura, pur sostenendo la necessità di far sparire la fame dalla terra. Eppure è sui giornali di questi giorni l’incremento dei prezzi di grano, mais e soia, che trascineranno quelli dei derivati: pasta, pane, prodotti da forno. Anche il riso è in aumento, ma a livelli per ora molto minori. Chi ha qualche nozione di Storia, sa bene che i rincari degli alimentari hanno sempre spinto gli strati più poveri delle popolazioni a ribellarsi tramite le rivoluzioni: chi siede su comode poltrone dovrebbe preoccuparsi. Putin ci ha pensato, in quanto già da marzo ha posto un dazio di 50 €/tonnellata sull’esportazione del grano russo.
Approvazione del F2F dal Parlamento Europeo
È notizia recente l’approvazione del F2F da parte del Parlamento Europeo, che è stata commentata dai tre sindacati agricoli italiani, con qualche sfumatura diversa. Concordemente segnalano l’emendamento proposto dall’onorevole Herbert Dorfmann, che ricorda le leggi Europee: allegato a qualsiasi provvedimento di legge deve esserci uno studio sui possibili effetti della sua applicazione alla popolazione. Questo è stato fatto, ma pare che i risultati non siano stati graditi dal committente. Come anticipato da Risoitaliano il 10 gennaio scorso, uno studio dell’USDA aveva già rilevato che il F2F avrebbe causato riduzioni di produzione ed incrementi dei prezzi. Successivamente la Commissione Europea ha incaricato il JRC (Centro comune di ricerche della Commissione Europea) di eseguire la valutazione. Quando ha scoperto, in agosto, che il loro risultato era simile a quello dell’USDA, quindi riduzione del 15% della produzione e rincaro dei prodotti alimentari, ha dichiarato che lo studio era incompleto, e lo ha pubblicato come “non ufficiale”. Recentemente, anche l’Università di Kiel ha pubblicato uno studio sull’argomento, con risultati simili. Si fa riferimento agli scienziati solo quando appoggiano il politicamente corretto.
Coldiretti ricorda che la sostenibilità ambientale deve essere collegata a quella economica, richiedendo la riduzione degli impegni burocratici delle aziende. Importante passo in avanti di questo sindacato, rispetto alla opposizione agli OGM, è quello della piena accettazione delle TEA (tecniche di evoluzione assistita), in sostanza la manipolazione del genoma vegetale tramite le nuove tecnologie di CRISPR, per le quali le inventrici Doudna e Charpentier hanno avuto il premio Nobel. Sull’argomento, anche Confagricoltura è favorevole, mentre CIA tace. Senza una rapida evoluzione della genetica che proponga piante resistenti alle malattie, non si può ridurre l’uso dei fitofarmaci. CIA e Coldiretti contestano il nutriscore, un consiglio dietetico penalizzante per la dieta mediterranea, che le nazioni nord-europee vorrebbero inserire obbligatoriamente sulle etichette. Confagricoltura sottolinea, nel contesto attuale, la necessità di sostenere la produzione alimentare; pertanto il progetto non deve basarsi solo su divieti, ma prevedere molta ricerca, per fornire all’agricoltura gli strumenti tecnici necessari a ridurre l’impatto ambientale. Conclude ricordando che il dossier non è concluso, e ci si dovrà ancora confrontare con la Commissione sui singoli provvedimenti operativi ancora da scrivere.
Temiamo che le associazioni ambientaliste faranno di tutto per mantenere il predominio delle loro ideologie, e dei loro interessi, ignorando che l’agricoltura dipende esclusivamente dalla realtà.