Prime avvisaglie di un possibile cambio di tendenza sul mercato nella consueta seduta del venerdì a Mortara. La domanda si riaffaccia, seppur tiepidamente, all’acquisto e il listino rimane stabile in quasi tutte le voci.
DOMANDA MINIMA PER CARNAROLI
Viene proposto solo un nuovo ribasso, oltre all’allineamento di Sole a 65€/q lordi, per il gruppo Carnaroli. La quotazione ora proposta è di 125€/q lordi per classico e 115€/q lordi per i similari. Gli operatori affermano che la domanda in questo comparto è davvero minima, mentre nel resto del panorama varietale sembra tornare a livelli standard. In alcuni gruppi merceologici, però, le offerte dell’industria tentano di spingere ancora le quotazioni al calo. Ad esempio per il gruppo S. Andrea, dopo la variazione negativa a Milano e Novara ad inizio settimana (leggi), i compratori offrono spesso 85 €/q lordi. Le riserie, tuttavia, non incontrano le richieste dell’offerta ed il risultato è una quotazione che regge. Dinamica analoga per i lunghi B, per i quali vengono offerti 48€/q lordi o 45€/q lordi per gli ibridi. Anche qui tali proposte riscontrano poca recettività tra i risicoltori e la valutazione resta 50€/q lordi.
TONDI E LUNGHI B TROPPO DISPONIBILI
Pare arrestarsi il calo per i risi tondi. I valori di riferimento raggiunti sono 60€/q lordi per Terra, 65€/q lordi per Sole e Omega e 70€/q lordi per Centauro e Selenio. In questo gruppo merceologico, tuttavia, aleggiano ancora voci di ribassi e rimane la spada di Damocle della disponibilità interna. Il dato Ente Risi aggiornato al 31/01 afferma 224.847 tonnellate di tondo trasferibile, contro le 146.371 tonnellate della scorsa campagna e le 171.681 tonnellate del 2019-2020 a pari data. Unico dato superiore all’attuale le 248.404 tonnellate del 2020-2021. In quella campagna di vendita, però, le voci Sole, Selenio e Centauro vennero valutate meno dei lunghi B da gennaio in avanti. Riuscì a ribaltare la situazione solo Selenio a primavera inoltrata, quando iniziò la sua esplosione al consumo (che lo ha portato a raggiungere Carnaroli nella scorsa campagna). Le prospettive per questi risi non paiono dunque le più rosee.
Anche i lunghi B mostrano disponibilità attuali presso i risicoltori tutt’altro che deficitarie, inferiori solo al 2019-2020 e nettamente superiori agli ultimi due anni. Per questo è forse corretto aspettarsi qualche passo indietro, anche alla luce delle offerte al ribasso sopracitate.
BUONE PROSPETTIVE PER IL MERCATO INTERNO
Lunghi A da export con numeri inferiori agli ultimi anni ma non in modo importante, soprattutto rispetto alla scorsa campagna. È lecito attendersi che a 70€/q lordi, vista anche la ripresa della domanda, il mercato possa assestarsi. Rimangono molto deficitarie, infine, le disponibilità dei lunghi A da interno (162.818 tonnellate attuali contro le 218.252 di media negli ultimi tre anni a pari data). Per questi risi abbiamo visto le quotazioni pressoché invariate in questo periodo di contrazione della domanda, ad eccezione del gruppo Carnaroli e, in misura ridotta, Baldo e Roma. Ora possiamo aspettarci un periodo di assestamento ma è probabile che vi siano ulteriori apprezzamenti da qui al prossimo raccolto, se i consumi rimangono vicini alla consuetudine.
In sostanza il fronte mercato sembra iniziare a rasserenarsi per i risicoltori. Rimane, tuttavia, l’ombra della richiesta crescente da parte delle riserie di analisi sul risone. In particolare a preoccupare molto i produttori sono le analisi sui metalli pesanti in relazione alla presenza di cadmio. La sua presenza, in quantità maggiori del consentito, è stata riscontrata in alcune partite. Ciò crea incertezza e preoccupazione, essendo difficile essere certi di non correre tale rischio. Ancor di più, pare, per i risicoltori che hanno subito la siccità. Autore: Ezio Bosso.