Prosegue il nostro viaggio nei consorzi irrigui. Abbiamo voluto fare il punto con loro nel momento finale di una campagna disastrosa, per capire cosa abbia guidato le loro scelte.
IL COMMENTO DI ALESSANDRO IACOPINO
Oggi parliamo con Alessandro Iacopino del Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese che gestisce 3 dighe da destinare come acqua per uso potabile, per la produzione di energia pulita e per utilizzo irriguo. «In dettaglio la diga dell’Ingagna ha una capacità di 7 milioni di mc d’acqua, la diga dell’Ostola e della Ravasanella hanno ognuna una capacità di circa 5 milioni di metri cubi. Grazie anche a prelevamenti dai torrenti biellesi e vercellesi, il consorzio riesce a fornire acqua a circa 20.000 ettari di cui la maggior parte coltivati a riso» puntualizza Alessandro Iacopino.
«Le criticità – continua – erano ben evidenti già a inizio della campagna con i fiumi ai minimi storici di flusso. A seguito della grave situazione gli organismi e le strutture Consortili, constatate carenze delle derivazioni da un minimo del 40% fino al 78%, già da inizio stagione e in piena sinergia hanno concordato ed attuato una irrigazione per tutti i distretti del consorzio con condivise e programmate turnazioni onde poter raggiungere tutti gli utenti possibili. Nonostante queste riduzioni e il generale senso di responsabilità dimostrata che ha consentito di raggiungere un numero importante di utenti, abbiamo dovuto assumere decisioni inderogabili».
INGAGNA, OSTOLA E RAVASANELLA
«Dal 1° agosto siamo stati costretti a sospendere l’irrigazione nei distretti Biellesi in quanto la diga dell’Ingagna è arrivata a toccare il livello di acqua più basso mai raggiunto dalla sua messa in funzione 25 anni fa. Dei 7 milioni di mc d’acqua rimangono 1,4 milioni, necessari per garantire il proseguimento della fornitura di acqua per uso civile per 39 comuni e 50 mila abitanti.
«Le dighe dell’Ostola e della Ravasenella stanno raggiungendo anche loro forti criticità. Ora la capacità della diga dell’Ostola è di poco più di 900 mila metri cubi e quella della Ravasenella è di circa 600 mila metri cubi. Da esse continuiamo il prelievo a sostegno dei terreni del loro comprensorio e delle aree irrigue limitrofe per circa 11mila ettari. In assenza di piogge non si potrà contare neanche sul prelevamento dai corsi d’acqua che, come anticipato, hanno registrato riduzioni fino al 78%».
CARENZE NEGLI INVESTIMENTI
Ma perché si è arrivati a questo punto?
«Questa situazione – ci risponde – è frutto di carenze nell’attuazione di investimenti programmati – ha sostenuto Iacopino – ed occorre passare subito all’azione per garantirci il futuro. Abbiamo già da anni presentato progetti per nuovi invasi. La diga sul fiume Sessera di 12,5 milioni metri cubi, l’innalzamento del fronte di diga delle tre già esistenti e la realizzazione di un sistema di interconnessione a monte (con tubature sotterranee) dei torrenti del comprensorio per garantire una uniformità dell’acqua a valle. Questo 2022 ha confermato come l’unica soluzione è la creazione immediata di bacini in grado di intercettare e mettere in sicurezza l’acqua delle precipitazioni cadute in periodi non utilizzabili per le coltivazioni. Gli sbarramenti sui torrenti, purtroppo, non sono più sufficienti». Autore: Elettra Bandi