Una importante sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea ha stabilito che il genoma editing, la pratica di modificare il Dna di un organismo vivente, senza l’aggiunta di un Dna estraneo, non viola le regole Ue sugli Ogm.
LA MUTAGENESI IN VITRO GODE DI CASISTICHE SICURE
In base ad una direttiva del 2001, negli Stati membri le regole per questi organismi, come semi e piante, sono molto più restrittive rispetto ad altri Paesi come ad esempio gli Stati Uniti. Nel 2015 la Confédération paysanne, sindacato agricolo francese, e otto associazioni hanno fatto ricorso contro la legge francese che recepisce la direttiva. Dopo una lunga battaglia legale si è arrivati alla Corte europea per stabilire se la mutagenesi casuale in vitro possa beneficiare dell’esenzione prevista dalla direttiva europea, o se, al contrario, debba rientrare nell’ambito di applicazione di tale normativa.
La Corte Ue ha stabilito adesso che i derivati da tecniche mutagene di moltiplicazione in vitro di cellule vegetali o animali isolate (note come mutagenesi in vitro) devono essere esentati dall’applicazione della normativa sugli Ogm. Questo può avvenire ogni volta che i processi di mutazione del materiale genetico siano figli di tecniche/metodi di mutagenesi caratterizzate da applicazioni costanti e con una “lunga storia di sicurezza”.
SODDISFATTO IL COPA COGECA
Soddisfatto il Copa Cogeca, secondo cui adesso «i selezionatori di piante dovrebbero poter prendere in considerazione alcune tecniche di mutagenesi nei loro programmi di selezione, riducendo di circa 10 anni il tempo di commercializzazione». La sentenza potrebbe presumibilmente aprire la strada alla nuova regolamentazione, meno restrittiva, che la Commissione europea ha chiesto di introdurre per sottrarre le nuove tecniche di editing del genoma alla direttiva del 2001, reputata troppo stringente.