Il DL 50/2017 del 24 aprile scorso (cosiddetta “manovrina correttiva”) ha introdotto alcune modifiche nella detraibilità dell’IVA sugli acquisti e nella gestione dei crediti di imposta utilizzabili in compensazione di altre imposte dovute al Fisco. In particolare l’art.2 riduce i termini per la registrazione delle fatture di acquisto e la detrazione della relativa imposta, che andranno fatte «con la dichiarazione relativa all’anno in cui il diritto alla detrazione è sorto ed alle condizioni esistenti al momento della nascita del diritto medesimo» (in precedenza l’ IVA sugli acquisti poteva essere detratta entro il 31 dicembre dell’anno successivo all’emissione della fattura di acquisto ovvero «con la dichiarazione relativa al secondo anno successivo a quello in cui il diritto alla detrazione è sorto”).
Inoltre viene introdotto l’obbligo di utilizzare esclusivamente i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate (Entratel o Fisconline) per la presentazione dei modelli F24 contenenti importi a credito di qualsiasi natura ed entità utilizzati in compensazione di altri versamenti di imposta, mentre non saranno accettati modelli F24 contenenti compensazioni anche parziali di imposta presentati attraverso gli sportelli bancari oppure tramite sistemi telematici degli istituti di credito (i cosiddetti “home banking”). L’accesso ai servizi telematici dell’Agenzia Entrate è consentito al contribuente previa procedura di registrazione con Username, Password e PIN.
Una ulteriore modifica alla normativa vigente riguarda l’abbassamento da 15mila a 5 mila euro dell’ammontare del credito per il quale è richiesta l’apposizione del visto di conformità da parte di un commercialista abilitato alla dichiarazione fiscale da cui deriva il credito stesso affinchè il medesimo sia utilizzabile in compensazione di altre imposte.
Salvo modifiche in fase di conversione in Legge del Decreto 50/2017, non si può che rilevare come, mentre tanto si parla di “semplificazione”, le novità introdotte dal Governo rappresentino ulteriori oneri e gravami burocratici a carico delle imprese, in particolare delle piccole e medie imprese agricole ad indirizzo cerealicolo in cui l’emersione di un credito IVA compreso tra 5 e 15 mila euro rappresenta una circostanza piuttosto frequente.