Conto alla rovescia per le aziende che esportano prodotti alimentari in Cina, ma non per tutti. A partire da Capodanno chi già esporta in quel Paese dovrà registrarsi sulle Dogane cinesi. La procedura, informa il Sole 24 Ore è «lunga e complessa» ed stata imposta da Pechino per garantire l’autenticità del prodotto in ingresso. Dopo gli USA, nel 2016, la Cina è il secondo maggior importatore mondiale di alimenti e bevande. Un mercato immenso che ancora sfugge al riso e che potrebbe essere precluso anche alle 17 aziende che avevano le carte in regola per aggredirlo, dopo il via libera ottenuto dall’Airi nell’aprile di quest’anno (leggi). Interpellato dall’Airi, il governo italiano sta cercando di avere una risposta dai cinesi per questo caso speciale, ma poiché la maggior parte delle nostre industrie autorizzate dalle dogane cinesi non ha ancora iniziato a esportare non può registrarsi con la procedura prevista per tutti, che è possibile solo se si è già esportato in passato. Peraltro, l’export è ancora possibile senza registrazione se si sdoganava in Italia prima di oggi, ma per il nuovo anno nulla è certo. Una pietra d’inciampo dopo un lungo lavoro diplomatico coronato da successo, con la firma, due anni fa, del protocollo Italia Cina per esportare riso lavorato (escluso l’integrale) e confezionato sottovuoto o in atmosfera modificata.
MERCATO AFRICANO STABILE
Nell’Africa subsahariana, il miglioramento dell’offerta regionale è percepibile con l’arrivo dei nuovi raccolti sui mercati.