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LA CIA: LE PENSIONI SONO L’EMERGENZA ITALIANA

da | 28 Nov 2015 | NEWS

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Le pensioni vanno peggio di vent’anni fa. Oggi oltre 2,2 milioni di anziani vivono con meno di 500 euro e, di questi, circa 1,3 milioni sono ex agricoltori. Una situazione di vera emergenza sociale, che rischia di peggiorare nei prossimi anni. «Con la reintroduzione del sistema contributivo, i futuri pensionati dal primo gennaio 2016 non avranno nemmeno più l’integrazione al minimo, ritrovandosi con assegni “da fame” che toccheranno appena i 294 euro al mese» afferma la Confederazione italiana agricoltori che nei giorni scorsi ha presentato a Roma il IV Report Sociale del suo patronato. È chiaro che si tratta di una situazione insostenibile, che non fa che accrescere il disagio sociale, tanto più che a causa della pressione fiscale (la più alta dei paesi Ocse) e del crollo del potere d’acquisto delle pensioni (già eroso del 30%), oggi il 44% dei pensionati vive in semi povertà e il 10% non riesce neppure a comprare cibo sufficiente e medicine. Per questo, ora non è più rinviabile intervenire sull’innalzamento delle pensioni minime: una richiesta urgente che l’Anp, l’Associazione nazionale pensionati della Cia, ha trasformato in una petizione popolare che ha già raccolto oltre 100 mila firme in tutt’Italia, presentate alla Presidenza del Senato. «Il Governo adegui i minimi di pensione, non si possono più ignorare gli appelli di persone che hanno lavorato una vita e si ritrovano assegni sempre più magri», ha dichiarato il presidente nazionale dell’Anp, Vincenzo Brocco. «La sostenibilità per agire sulle pensioni minime c’è: In Italia, infatti, il rapporto tra la spesa effettiva per le pensioni e il Pil è pari al 10,7%, quindi ampiamente in linea con i Paesi Ue», ha evidenziato il presidente nazionale dell’Inac Antonio Barile, «soprattutto se si considera che da noi i calcoli vengono effettuati sugli importi pensionistici al lordo del carico fiscale, a differenza di quanto accade in altri Paesi tra cui la Germania». (28.11.2015)

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