La Cambogia sta diventando un business per gli imprenditori risicoli europei. Soprattutto per l’industria nordeuropea. Alesie Food, un gruppo multinazionale olandese, ha appena firmato un contratto di joint venture con un’azienda cambogiana: costruiranno un impianto per la parboilizzazione. Simona Marchetti, giornalista lomellina de La Stampa, ha intervistato Bart Rouwers, uno dei manager del gruppo: «La Cambogia offre buone opportunità per chi produce ed esporta riso. Al momento non è un grande attore dei mercati internazionali – spiega Rouwers al quotidiano torinese – e anche la Ue importa solo 600 mila tonnellate di riso lungo all’anno, mentre gli scambi a livello mondiale ammontano a 35 milioni di tonnellate».
Per Rouwers, il destino della Cambogia è di diventare un Paese esportatore in proprio: fino ad ora cedeva la sua produzione ai Paesi confinanti, che poi lo rivendevano all’estero dopo averlo lavorato. Altri sbocchi per la sua produzione, aggiunge, saranno le altre nazioni asiatiche; è possibile anche pensare ad alcune nazioni africane come acquirenti di riso di tipo Jasmine. L’apporto della multinazionale olandese, che opera già sui principali mercati mondiali, sarà quello di migliorare le competenze, al momento quasi nulle, nel campo della parboilizzazione. (29.07.14)