I risicoltori francesi della Camargue erano 230 solo tre anni prima dell’inizio della crisi, quando erano arrivati a produrre 120 mila tonnellate di riso. Ora non superano le 160 aziende, per un totale di 70 mila tonnellate. Tra fenicotteri e piccoli cavalli bianchi i risicoltori francesi stanno lottando per mantenere in vita i loro campi di riso, importanti sia da un punto di vista economico sia ambientale per il delta del Rodano, l’unica regione francese dove si produce riso. La Camargue, spiega il quotidiano http://www.leparisine.fr,/ è una goccia nel mercato mondiale, dominato da paesi che sovvenzionano la loro produzione e proteggono i loro mercati. I risicoltori francesi vedono questo come una “distorsione della concorrenza” dopo la decisione del Ministro dell’Agricoltura Stéphane Le Foll di rimuovere gli aiuti diretti comunitari. Anche a livello europeo, il riso francese è in concorrenza con i vicini spagnoli e italiani, che hanno strutturalmente costi più bassi, possono utilizzare pesticidi vietati in Camargue e hanno anche l’accesso al mercato nazionale. Paradossalmente, i consumatori francesi cominciano ad amare il riso della Camargue IGP (indicazione geografica protetta), istituito nel 2000, tra cui vi sono anche produzioni biologiche. Le vendite aumentano infatti ogni anno. Tuttavia, per il momento, gli agricoltori preferiscono spostarsi verso altre colture come piante da serra o da giardino o scelgono altri cereali; tutte culture che non hanno lo stesso impatto sulla desalinizzazione del suolo. Mazel Bernard, presidente dell’Unione dei risicoltori francesi, ricorda che il settore impiega circa duemila persone; la riseria principale si trova ad Arles, ma attualmente non riesce a lavorare a pieno regime con il solo risone locale, ed è costretta ad importare riso asiatico. E aggiunge: «Il nostro sistema di irrigazione è costoso, ma senza di esso la quota di acqua dolce nel delta del Rodano diminuirà». Anche altri agricoltori lo confermano: senza riso, ribadisce l’allevatore Françoise Peytavin, la Camargue potrebbe diventare presto un deserto di sale. «Il riso – aggiunge – è parte dell’equilbrio ecologico ed economico di questa zona». I produttori locali hanno già fatto delle manifestazioni tra Arles e Avignone, e promettono nuove azioni di protesta se non verranno prese misure di sostegno alle loro attività. (18.04.2016)
DALLA ROTAZIONE ALLA DIVERSIFICAZIONE GIÀ QUEST’ANNO
Le aziende agricole, già dal 2025, potranno fare rotazione colturale per soddisfare i dettami BCAA 7.