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«LA BREXIT CI COSTERA’ CARA»

da | 31 Mag 2018 | NEWS

Il Regno Unito ha formalmente notificato a Bruxelles il 29 marzo 2017 l’intenzione di uscire dall’Unione Europea. Salvo ulteriori accordi bilaterali, il Regno Unito non sarà più un Membro dell’UE dal 30 marzo 2019. Da quella data decorrerà comunque un periodo di transizione fino al 31 dicembre 2020, durante il quale resteranno in vigore la libertà di movimento e le attuali regole europee. Secondo l’Airi, l’interscambio di riso sarà influenzato dalle modifiche ai regimi di importazione (applicazione dei dazi e contingenti) e la Politica Agricola verrà penalizzata da un minor contributo netto per l’uscita del Regno Unito. «In altre parole, prevediamo che le sovvenzioni all’agricoltura diminuiranno dal 2021 e che il ruolo del mercato, di conseguenza, divenga ancor più rilevante» ha dichiarato il presidente Mario Francese incontrando i giornalisti. Airi aveva sottolineato questo rischio su Risoitaliano fin dal 2016. (LEGGI L’ARTICOLO) L’Airi oggi stima che con l’uscita del Regno Unito dall’Ue e in assenza di un accordo doganale sia a rischio la quota di mercato del riso europeo attualmente assorbito da quella Nazione: oggi gli inglesi consumano 460.000 tonnellate equivalente lavorato, 70.000 delle quali vengono dalle risaie italiane. Di seguito, i flussi commerciali medi di riso e rotture del Regno Unito, oggi.

LISTINI OSCILLANTI

LISTINI OSCILLANTI

Diva, Ronaldo e Dardo perlopiù coltivate in provincia di Vercelli e Novara, trovano listini differenti nelle due sedi

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