Importazioni birmane in aumento, mentre la Commissione europea continua a tacere. La notizia è stata diffusa oggi dall’Ente Nazionale Risi. «Dalle informazioni fornite dalla Commissione europea si rileva che da settembre a dicembre 2014 le importazioni di riso semilavorato e lavorato dai PMA risultano sostanzialmente stabili (-1%) rispetto allo stesso periodo del 2013. Le importazioni dalla Cambogia, che coprono l’83% delle importazioni dai PMA, evidenziano un calo del 13% rispetto ad un anno fa, essendo passate da 77.881 a 67.528 tonnellate, mentre le importazioni dal Myanmar, che rappresentano il 15% delle importazioni dai PMA, risultano in aumento del 257% rispetto all’anno scorso, essendo passate da 3.479 a 12.405 tonnellate» recita una nota dell’ente. L’incremento delle importazioni birmane è stato segnalato tempo fa (dopo alcune indiscrezioni, il direttore generale dell’Ente ha confermato questo trend nell’intervista esclusiva a Risoitaliano che si può leggere all’indirizzo: http://www.risoitaliano.eu/lente-risi-produzione-meno-quattro-ma-arriva-il-riso-birmano/ ) e l’argomento è tornato d’attualità quando Risoitaliano ha scoperto che il presidente birmano era stato in visita “segreta” all’Ente Risi (http://www.risoitaliano.eu/lamico-birmano/). Il problema è che mentre la Cambogia allenta la presa sull’Europa, Myanmar sta crescendo, il che significa almeno due cose, forse tre: che il riso europeo resta poco competitivo e che l’Ue non ha intenzione di adottare la clausola di salvaguardia richiesta dal governo italiano. Infatti, una risposta ufficiale sarebbe dovuta arrivare entro il 28 dicembre, termine passato senza alcuna novità. Dicevamo tre cose, perché qualcuno inizia a sospettare che i Pma stiano facendo “cartello” per esportare in Europa a dazio zero con il massimo profitto possibile. Un’alleanza nella quale potrebbero avere un ruolo – ma è solo un’ipotesi – anche degli investitori europei. (09.01.15)